''Le mafie sono strutture di peccato". Lo ha affermato mons. Giuseppe Merisi, presidente della Caritas italiana, nel corso di un convegno a Lamezia Terme "Costruire speranza" promosso dalla Delegazione regionale Caritas Calabria e da Caritas Italiana, come segno di attenzione alla Chiesa di Calabria impegnata nella lotta alla mafia. Mons. Merisi ha sottolineato che è necessario che "educazione, solidarietà, sussidiarietà si intreccino insieme per andare incontro al mondo del lavoro e del bisogno sociale". "E' fondamentale - ha aggiunto - far partire il progetto 'Costruire speranza'. E' importante anche la carità, insieme al concetto di dono e gratuità. Carità vuol dire anche rispetto per la giustizia e la legge. Il vero cristiano non può essere pigro e indifferente. Quindi deve esserci anche educazione al comportamento. Per quanto riguarda i beni confiscati è indispensabile scegliere bene la destinazione". Al convegno, ospitato nel seminario vescovile, ha partecipato anche don Francesco Soddu, direttore Caritas italiana, che ha sottolineato che "dalla solitudine nasce la disgregazione. La passione invece porta alla comunione e quindi all'unione. Se si é uniti si costruisce". A portare alcuni spunti all'incontro è stato anche don Giacomo Panizza, che ha realizzato una struttura di accoglienza per minori immigrati e per disabili in un bene confiscato alla 'ndrangheta e per questo oggetto di numerose intimidazioni. ''Vogliamo promuovere l'educazione alla Chiesa - ha detto -, alla legalità. E' una tematica pesante, ma tutti possiamo fare di più". Altri contributi sono venuti da don Ennio Stamile, della diocesi di San Marco Argentano (già direttore Caritas Calabria), e dal diacono Vincenzo Alampi (direttore Caritas Diocesi Oppido-Palmi), entrambi vittime di gravi intimidazioni per il loro impegno e la loro attività pastorale nell'ambito della caritas locale e regionale. Rivolgendosi ai tre sacerdoti, mons. Merisi è stato chiaro: "Torneremo per vedere come vanno le cose, per starvi vicino". (ANSA).
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