Vigilia incandescente della riunione del consiglio dei ministri in cui saranno assunti i provvedimenti legati alla spending review. Tra questi, sicuramente la soppressione di 280 tra tribunali, procure, uffici giudiziari e sezioni distaccate a cui la Calabria guarda con molto interesse visto che pagherebbe un prezzo altissimo. Saltata l’intesa ieri tra il ministro Severino, i tecnici del ministero e gli esponenti di PD, PDL e UDC, resta una manciata di ore per trovare la quadratura del cerchio. Impresa titanica. Mentre il parlamento è inondato di interrogazioni da tutte le forze politiche, mentre sui territori è mobilitazione, permanente, mentre anche i presidenti di regione sono sul piede di guerra, nel chiuso delle stanze del dicastero si lavora febbrilmente per salvare il progetto di rivisitazione della geografia giudiziaria senza una rottura traumatica con la maggioranza che sostiene il governo. Uno dei nodi è la famigerata regola del tre, alla base del provvedimento, ovvero non più di tre tribunali per ogni distretto di Corte d’appello, decisamente incongrua poiché non si tiene contro dell’estensione e delle peculiarità territoriali e paradossalmente si potrebbe arrivare alla chiusura di grandi tribunali lasciando in vita quelli minori. In Calabria l’applicazione significherebbe su Cosenza il taglio di Rossano e Castrovillari. Un assurdo sia per le condizioni oggettive del comprensorio sia perché a settembre nella città del Pollino dovrebbe essere inaugurato il nuovo palazzo di giustizia. Per quanto riguarda Lamezia e Paola si sarebbe aperto uno spiraglio. La Severino avrebbe proposto il taglio di 36 tribunali, come previsto, lasciando in piedi 4 uffici giudiziari nelle zone a più alta densità mafiosa: Lamezia, Paola, Caltagirone e Sciacca. Ma anche qui, il criterio è debole perché di aree condizionate dalle organizzazioni criminali ce ne sono tante! Come finirà? Il tempo stringe, il governo vuole salvare il provvedimento e la faccia, i territori difendono i loro presidi e i loro diritti: non tutti i tribunali sono inutili e dispendiosi. Non è con un semplice conto ragionieristico che si riforma lo stato.
Caricamento commenti
Commenta la notizia