Nella stessa ordinanza, il gip di Catanzaro ha emesso un provvedimento di divieto di dimora ion provincia di Crotone nei confronti di Nicol Arena, di 48 anni, nipote omonimo di Nicola Arena di 75, ritenuto il boss della cosca di Isola capo Rizzuto. Per Grazioli, che in passato è stato comandante del nucleo investigativo del Comando provinciale di Catanzaro, e per Arena, la Dda di Catanzaro aveva chiesto l'arresto con l'accusa di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Aggravante che però non è stata concessa dal gip. Così come non è stata accolta la richiesta di arresto, per lo stesso reato, per altri due indagati, l'imprenditore catanzarese Danilo Silipo ed il commercialista crotonese Francesco Sulla. Al riguardo la Dda ha già fatto ricorso al Tribunale del riesame contro la decisione del gip. Secondo l'accusa Silipo avrebbe chiesto a Grazioli, di cui è amico e per il quale sta facendo dei lavori in un appartamento a Roma, di intervenire nei confronti di un imprenditore crotonese che non gli aveva pagato dei lavori fatti in un cantiere edile. L'ufficiale, a questo punto, sempre secondo l'accusa, si sarebbe messo in contatto con Nicola Arena il quale, a sua volta, in compagnia di Sulla, si sarebbe recato in più occasioni nell'ufficio dell'imprenditore crotonese per sollecitare il pagamento a Silipo. Tentativi, però, andati a vuoto per le scarse disponibilità economiche dell'imprenditore. La vicenda, secondo quanto si è appreso, è venuta alla luce grazie ad intercettazioni telefoniche alcune delle quali relative all'inchiesta della Dda catanzarese che nei giorni scorsi ha portato al sequestro del parco eolico di Isola Capo Rizzuto e nella quale è indagato Arena. Il maggiore Grazioli è indagato in un'altra inchiesta aperta dalla Procura di Crotone e poi passata a quella di Catanzaro su presunte irregolarità nella realizzazione di alcune centrali elettriche per rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento personale.
Per Grazioli, che in passato è stato comandante del nucleo investigativo del Comando provinciale di Catanzaro, e per Arena, la Dda di Catanzaro aveva chiesto l'arresto con l'accusa di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Aggravante che però non è stata concessa dal gip. Così come non è stata accolta la richiesta di arresto, per lo stesso reato, per altri due indagati, l'imprenditore catanzarese Danilo Silipo ed il commercialista crotonese Francesco Sulla. Al riguardo la Dda ha già fatto ricorso al Tribunale del riesame contro la decisione del gip. Secondo l'accusa Silipo avrebbe chiesto a Grazioli, di cui è amico e per il quale sta facendo dei lavori in un appartamento a Roma, di intervenire nei confronti di un imprenditore crotonese che non gli aveva pagato dei lavori fatti in un cantiere edile. L'ufficiale, a questo punto, sempre secondo l'accusa, si sarebbe messo in contatto con Nicola Arena il quale, a sua volta, in compagnia di Sulla, si sarebbe recato in più occasioni nell'ufficio dell'imprenditore crotonese per sollecitare il pagamento a Silipo. Tentativi, però, andati a vuoto per le scarse disponibilità economiche dell'imprenditore. La vicenda, secondo quanto si è appreso, è venuta alla luce grazie ad intercettazioni telefoniche alcune delle quali relative all'inchiesta della Dda catanzarese che nei giorni scorsi ha portato al sequestro del parco eolico di Isola Capo Rizzuto e nella quale è indagato Arena. Il maggiore Grazioli è indagato in un'altra inchiesta aperta dalla Procura di Crotone e poi passata a quella di Catanzaro su presunte irregolarità nella realizzazione di alcune centrali elettriche per rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento personale. I particolari dell'operazione che hanno portato all'arresto dell'ufficiale saranno resi noti dal procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo e dell'aggiunto Giuseppe Borrelli nel corso di una conferenza stampa in programma domani alle 10 negli uffici della Procura di Catanzaro. (ANSA).