Subito dopo la scoperta, avvenuta a circa venti metri di profondità, i sub hanno informato la Soprintendenza alle belle arti di Reggio Calabria e la soprintendenza regionale ai
beni archeologici, che ne hanno predisposto il recupero.
Il ceppo dell’ancora, del peso di circa cinquanta chili e di quasi un metro di larghezza, sembra essersi conservato in buone condizioni e, vista la vicinanza del reperto con il porto romano di Formicoli, è facile ipotizzare una datazione che la avvicinerebbe all’epoca romana. L’intera zona, in effetti, è ricchissima di reperti di notevole pregio archeologico e i sub che si immergono in queste acque non sono nuovi a ritrovamenti di questo tipo.