Ennesimo incontro in Prefettura. E la domanda, ormai da mesi, è sempre la stessa: «L’impianto di Vibo Marina va verso la chiusura definitiva?». Cauta la posizione del direttore generale della società Giovanni Ferrario che, nel corso del vertice istituzionale, ha manifestato la volontà dell’azienda di mantenere il presidio, lasciando intendere che potrebbe intravedersi in futuro l’eventualità di trasformare lo stabilimento vibonese in centro di macinazione. Un segnale positivo a cui, però, va data un’attenta chiave di lettura. Infatti, le fasi da interpretare segnano un percorso tutt’altro che facile, tuttavia aperto a prospettive di sviluppo. Un primo passo è dato dal fatto che – al contrario di quanto stabilito nei precedenti accordi in cui, solo fino a febbraio 2013, era previsto il turnover dei lavoratori in vista dello smaltimento delle scorte – per i due anni di cassa integrazione saranno impiegate tutte le maestranze (82 dipendenti) che saranno chiamate a ruotare periodicamente (circa 26-30 unità lavorative per volta). Anche se questi
accordi, di natura prettamente tecnica, saranno demandati al prossimo incontro, tra sindacati e azienda, che si svolgerà martedì nella sede locale di Confindustria.