I due collaboratori sono Saverio Cappello e Angelo Torcasio che, nel descrivere lo scenario criminale, evidenziano come «la ripartizione territoriale riguardava anche le zone di spaccio dello stupefacente». I due collaboratori, scrive il giudice, «rendono dichiarazioni che sono perfettamente congrue rispetto alle investigazioni sintetizzate nel provvedimento di fermo». In particolare, asseriscono che «il clan Iannazzo controlla le zone di Sambiase, Sant’Eufemia, Cafarone ed un territorio esteso, verso nord, sino a Gizzeria, verso sud, sino a Pizzo Calabro». Entrambi i collaboratori, scrive ancora il magistrato, «additano Emanuele Iannazzo quale dirigente del narcotraffico per conto del clan omonimo». Saverio Cappello in sintesi dichiara che «Emanuele Iannazzo controlla le importazioni di stupefacente potendo contare su forniture autonome che finanzia per il tramite di Concetto Trovato, in combutta con Alessandro Mazzei». Inoltre indica «Antonio Voci e Angelo Molinaro spacciatori riforniti da Iannazzo». Le dichiarazioni di Saverio Cappello sono, in buona sostanza, confermate da quelle di Angelo Torcasio che «conferma il ruolo di dirigente del narcotraffico di Emanuele Iannazzo e indica quali collaboratori di quest’ultimo Concetto Trovato, Angelo Molinaro e Antonio Voci».