Sono ben dieci i pentiti che stanno collaborando con la magistratura e che stanno delineando lo scenario criminale del lametino. I primi pentiti della ‘ndrangheta lametina del 21esimo secolo sono Giuseppe Angotti e la moglie Rosanna Notarianni. A loro si sono poi aggiunti Angelo Torcasio, detto Porchetta, e Battista Cosentino. L’ultimo pentito in ordine di tempo è “il Padrino”, Giuseppe Giampà, figlio del professore che sta disvelando, attraverso le su confessione, particolari molto importanti. Il pentimento
Torcasio e Cosentino avvenne subito dopo il loro arresto nell’ambito dell’operazione “Deja-Vu”, messa a segno dalla sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile di Catanzaro: i due erano accusati di tentata estorsione con l’aggravante di aver commesso i reati con l’impiego della metodologia mafiosa, ai danni di due imprenditori.
Cosentino ha riferito agli inquirenti com’era organizzato il gruppo criminale di cui faceva parte, svelando, tra le altre cose, «che nel 2010 Giuseppe Giampà aveva programmato di uccidere un imprenditore (omissis)». «In genere – riferisce il pentito – quando la cosca Giampà decide di uccidere qualche imprenditore lo fa perché ritiene che costui possaessere un confidente delle forze di polizia. In passato, quando Pasquale Giampà (detto "mille lire") era libero le azioni omicidiarie venivano decise da lui stesso insieme a Vincenzo Bonaddio».
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