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Vibo Valentia, fondi
alluvionali intascati
da una dipendente

Una ex dipendente dell’ufficio ragioneria della Provincia di Vibo Valentia, e il marito sono stati sottoposti a fermo da parte della Guardia di Finanza, su ordine della Procura. Nei loro confronti l’accusa di peculato in concorso legata all’ammanco di un milione e 300mila euro da fondi residui che in precedenza erano stati destinati a interventi per i danni alluvionali del 2002. La donna, Mirella Rita Currò, 40 anni ed il marito, Baldassarre Bruzzano di 44 anni, erano già indagati in stato di libertà da alcune settimane, dopo che il presidente della Provincia Francesco De Nisi aveva denunciato all’autorità giudiziaria il pesantissimo ammanco su segnalazione degli uffici. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’impiegata – che ha già rassegnato le dimissioni dall’incarico – dal 2009 al 2011 avrebbe effettuato ben diciotto mandati di pagamento «a saldo di lavori eseguiti» falsificando atti e forse anche firme a favore del marito e di suoi congiunti per un ammontare di 1,3 milioni di euro. Operazioni basate sul nulla e attraverso una serie di artifici che sono ancora al vaglio della Guardia di Finanza che indaga sull’intera vicenda. La donna nel momento in cui è stato scoperto l’ammanco aveva reso dichiarazioni spontanee agli inquirenti ammettendo le sue responsabilità.

Non ha dubbi il procuratore di Vibo Valentia Mario Spagnuolo: «L’inchiesta non è chiusa. È un’indagine che adesso si pone un obiettivo: capire come tutto questo sia stato possibile. Purtroppo – ha aggiunto Spagnuolo – già abbiamo una serie di risposte che lasciano intuire che alla Provincia ci sia un’organizzazione del lavoro estremamente carente nella parte dei controlli e nella parte dell’individuazione dei mandati di spesa».

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