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Il padre di Filippo:
«Chi ha ucciso mio
figlio deve pagare»

genitori ceravolo

Il dolore e la rabbia si leggono negli occhi del papà di Filippo, Martino, e della mamma, Anna Lo Chiatto, che ancora cercano di consolare la piccola Giusi, di soli otto anni, spiegandole che suo fratello adesso è un angelo custode e che la proteggerà sempre dal cielo e l’altra figlia, Maria Teresa di 24 anni. I genitori ci raccontano Filippo con le parole rotte dal pianto. «Mio figlio lavorava con me – dice il papà – si alzava alle quattro di mattina per fare i mercati. Lavorava e giocava a calcio. Non aveva nessuna malizia, era buono, amava il suo lavoro e non lo voleva cambiare, nonostante i sacrifici». «In macchina – aggiunge la mamma – metteva sempre la cintura e da queste
piccole cose si capisce come non riusciva ad andare contro la legge. Aveva anche paura di stare solo ed era legatissimo alla mamma. Mi chiamava sempre. Conduceva una vita normale come tutti i ragazzi della sua età. Quella sera era andato a trovare la fidanzata a Vazzano e, al rientro, ha chiesto un passaggio al fidanzato della cugina della sua ragazza, perché la sua macchina era rotta». Papà Martino chiede giustizia per il suo “bambino”. «Mio figlio era un ragazzo che si stava ancora affacciando alla vita –
grida forte il signor Ceravolo – ma la sua vita è stata stroncata. Chi ha ucciso mio figlio deve pagare".
Il vice presidente antimafia Franco Laratta si è recato a fare visita alla famiglia Ceravolo e ha garantito che non più tardi di martedì metterà a conoscenza dei fatti anche il
Presidente della Repubblica Napolitano. «Filippo deve essere il simbolo della Calabria – ha tuonato Laratta – e deve essere il riscatto e l’esempio per tutti i giovani calabresi».

 

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