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Tasse universitarie,
nuova stangata

A guidare la “crociata” è il prof. Arturo Pujia che, da presidente della Fondazione Università Magna Græcia, esprime «massima solidarietà e vicinanza agli studenti». Secondo il docente, «l’aumento rappresenta un ulteriore elemento che rischia di scoraggiare i ragazzi ad investire nell’Università». Tra l’altro, il decreto legge da cui deriva la delibera dell’Ardis «non prescrive od obbliga ad aumenti delle tasse». Ecco perché, secondo Pujia, «la Regione dovrebbe accogliere la forte preoccupazione espressa dal mondo studentesco e possibilmente annullare l’aumento della tassa che grava sulle tasche degli studenti e delle loro famiglie».
Da parte sua, la commissaria dell’Ardis, Rita Commisso, non ci sta a fare da “capro espiatorio”: l’aumento discende da un decreto legge del Governo Monti risalente allo scorso marzo, secondo il quale entro il termine del 30 giugno scorso le Regioni avrebbero dovuto fissare fasce di oscillazione della tassa - da 120 a 200 euro - in base al reddito delle famiglie degli studenti. La Regione Calabria, pur avendo chiesto al Ministero una proroga della normativa unitamente alle altre Regioni italiane, non ha rispettato la scadenza e così l’Ardis «non ha potuto far altro che introdurre l’aumento di 140 euro previsto dal decreto legge in maniera uniforme, senza distinzione di fascia e di reddito».

 

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