La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d'appello emessa a carico di Pasquale De Marco, di 38 anni, accusato dell'omicidio dei genitori, Luigi De Marco, di 71 anni, e Maria Grazia Campisano, di 59, e di averne nascosto poi i corpi, in relazione alla imputabilità dell'imputato. De Marco, in appello era stato condannato a 18 anni di reclusione contro i 20 del primo grado e a cinque anni di ricovero in una casa di cura una volta scontata la pena invece di 10. I difensori di De Marco, gli avvocati Saverio Loiero e Piero Mancuso, hanno fatto ricorso perché, a loro avviso, in appello non era stato preso in considerazione uno dei motivi relativo all'imputabilità. La Corte d'assise aveva disposto una prima perizia che si era conclusa per la non punibilità di De Marco in quanto incapace di intendere e volere al momento del fatto. Nel corso del processo, su richiesta dell'accusa e della parte civile, i giudici avevano disposto una seconda perizia che si era conclusa, invece, per la seminfermità di mente e quindi per l'imputabilità. Adesso sulla questione sarà chiamata ad esprimersi una nuova sezione della Corte d'assise d'appello. Il duplice omicidio fu compiuto il 5 giugno del 2007 nella villetta della famiglia nel villaggio Eucaliptus di Simeri Mare, nel catanzarese. I cadaveri della coppia furono trovati nell'ottobre successivo, sepolti in un terreno a Cutro, nel crotonese. De Marco ha sempre negato le accuse sostenendo di essere vittima di una vendetta dei servizi segreti per la sua attività svolta come esperto informatico. Secondo l'accusa, invece, l'uomo avrebbe ucciso i genitori per motivi economici. (ANSA).