Al momento il reato di omicidio colposo (per colpa medica) viene ipotizzato nei confronti dei chirurghi Giuseppe D’Agostino e Benito Gradia i quali, lo scorso 10 settembre, sottoposero la signora Marialuisa Petracca –originaria di San Marco di Cessaniti ma residente a Papaglionti, frazione di Zungri – a un intervento chirurgico, nella clinica Villa dei Gerani. Inizialmente la donna si era ricoverata per un intervento alla colecisti da eseguire in laparoscopia, poi però compiuto secondo la tecnica chirurgica tradizionale a causa dell’insorgere di qualche problema. È quanto riferiscono i familiari i quali sarebbero poi stati tranquillizzati dal dott. D’Agostino sull’esito dell’intervento. Dopo qualche giorno, però, il quadro clinico della signora Marialuisa,madre di quattro figli, si è aggravato e – sempre secondo quanto rilevato dal marito e dall’avv. Scarmato – su consiglio del sanitario della clinica è stato disposto il trasferimento in una clinica ortopedica di Messina. Qui la donna viene sottoposta ad altri due interventi «per liberare una via urinaria ostruita» ma anzichè migliorare le sue condizioni si aggravano. Insorge un’insufficienza respiratoria e la paziente viene portata al Policlinico
di Messina (dotato di un reparto di rianimazione) dove le viene riscontrata anche una pancreatite e uno stato di quasi setticemia. E al Martino la donna rimane per circa un mese. Un calvario che continua con un’altra stazione. I familiari, infatti, pur non avendo ricevuto speranze decidono di tentare il tutto per tutto portando la congiunta al Policlinico di Germaneto. Qui, secondo quanto viene riferito, i medici tentano di salvare la giovane vita e la paziente, fra le altre cure, viene anche sottoposta a due nuovi interventi all’addome. Ma ogni sforzo risulta vano e la donna spira nella notte fra il 12 e il 13 dicembre.