Respinta, dal giudice delle indagini preliminari di Salerno, la richiesta per l’applicazione della misura interdittiva nei confronti di tre magistrati in servizio nel distretto della Corte d’Appello di Catanzaro. Magistrati indagati dalla Dda di Salerno perché ritenuti responsabili di aver violato i doveri di segretezza e riservatezza inerenti alle loro funzioni di inquirenti. Una vicenda complessa e delicata – ora pendente davanti al Tribunale del riesame – che ruota attorno a Vibo Valentia e che, secondo quanto emerge, sarebbe legata a «una fitta rete di relazioni personali » e di «stretti rapporti di amicizia » che potrebbero aver indotto i magistrati finiti sotto inchiesta da parte dei carabinieri del Ros a svelare notizie coperte dal più assoluto riserbo e riguardanti procedimenti in materia di ’ndrangheta e narcotraffico. Per questi motivi la Dda di Salerno (autorità giudiziaria competente a svolgere indagini quando queste riguardano togati del distretto di Catanzaro) ha chiesto la sospensione dall’esercizio della professione di un magistrato che per alcuni anni ha lavorato alla Dda di Catanzaro e di due suoi colleghi, uno dei quali aveva prestato servizio al Tribunale di Vibo. E nel vortice dell’inchiesta è finito anche un avvocato del Foro di Vibo, uno dei legali di fiducia del boss Pantaleone Mancuso.