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Sospetti su un parente,
sequestrati auto e vestiti
alla ricerca d’indizi

Maglia e pantaloni macchiati e probabili tracce di polvere da sparo nell’utilitaria che sarebbe servita al killer per arrivare nel bosco di Nocellette, tirare fuori il fucile e uccidere Annunziato Gallo. Un sospettato nel giallo di Acquadauzano c’è, e sembra sia un parente della vittima. Ma gli investigatori ci vogliono andare con i piedi di piombo e senza sbattere il mostro in prima pagina cercano conferme scientifiche sulle macchie di sangue e le particelle lasciate in macchina. Ecco perchè la sera di San Silvestro Antonio Borelli invece di brindare ha chiesto e ottenuto il sequestro dell’auto e dei vestiti di un uomo su cui sono caduti i sospetti. Ed ecco perchè il borgo di Acquafredda dove abitava Annunziato Gallo è letteralmente in subbuglio. Un centinaio d’anime sono in pena per la vittima ma anche pieni di sospetti sull’assassino di Acquadauzano, un paio di chilometri più su. Il giallo prende così forma. È cominciato nel pomeriggio dell’ultimo giorno dell’anno tra i boschi sulle alture di Lamezia. Annunziato Gallo, 52 anni, camionista sposato e padre di sei figli col suo trattore sale nel podere di famiglia per caricare il suo rimorchio di legna. È finito col cranio sfracellato da una pallottola di grosso calibro sparata da un fucile. Qualcuno gli ha teso un agguato, una persona che sapeva i suoi spostamenti e che probabilmente lo conosceva.

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