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Aste truccate, una
condanna e quattro
rinvii a giudizio

  Due distinte udienze preliminari per alcune contestazioni legate ad un troncone dell’operazione “Ultimo Incanto” –  scattata il 13 maggio 2010 contro un presunto “sistema” di aste giudiziarie irregolari – si sono tenute ieri dinanzi al gup, Antonino Di Marco. Al termine, il giudice ha comminato una condanna a 2 anni in abbreviato, disposto 4 rinvii a giudizio, deciso per un proscioglimento ed ammesso infine un imputato al rito abbreviato. In accoglimento delle richieste del pm Alessandro Pesce il gup ha rinviato a giudizio Salvatore Mancuso, 46 anni, di Limbadi, residente a Giussano (Mi), figlio di Ciccio Mancuso, defunto patriarca dell’omonimo clan. Mancuso, difeso dall’avv. Ivan Colciago, dovrà rispondere di furto aggravato di beni esposti per necessità alla pubblica fede a Limbadi. In particolare, si tratta di 53 aste di perforazione, una punta per trivella ed un occhiello in ferro filettato. Nei suoi confronti il processo si aprirà l’11 giugno. In tale data dovranno comparire anche altri tre imputati ieri rinviati a giudizio. Si tratta di Vincenzo Grasso, 48 anni, di Francica, ex direttore dell’istituto vendite giudiziarie, Raffaele Prestia, 64 anni, e Fabrizio Prestia, 37 anni, entrambi di Comparni di Mileto, difesi dall’avv. Gioacchino de Filippis. I tre dovranno rispondere di concorso in turbata libertà degli incanti, falso e corruzione in relazione ad una procedura esecutiva mobiliare risalente al 2009. In sostanza, turbando la gara per pubblici incanti, il bene pignorato sarebbe rimasto nella disponibilità della società debitrice “M. P. sas” dei Prestia. Nell’occasione Grasso avrebbe ricevuto, ad avviso del pm, la somma di 2.500 euro dai Prestia. Esce invece prosciolta da tale vicenda Francesca Gerace, 45 anni, moglie di Grasso, difesa in questo troncone dall’avv. Marco Talarico. Ammissione al rito abbreviato, poi, per Michele Cuccione, 55 anni, collaboratore di Grasso all’interno dell’Ivg, il quale dovrà ritornare davanti al gup l’11 febbraio. Lo stesso giorno, in relazione all’accusa di associazione a delinquere per aver collaborato alla gestione dell’Ivg organizzando l’ufficio di via Milite Ignoto, dovrà ritornare dinanzi al gup pure Francesca Gerace, in tale filone difesa dagli avv. Giovanni Marafioti e Gaetano Filippone. Infine, il gup ha ieri condannato un imputato che aveva chiesto il rito abbreviato. Si tratta di Bruno Schinella, 40 anni, di Arena, difeso dagli avv. Diego Brancia e Maria Teresa Cosentino, a cui sono stati inflitti 2 anni (pena sospesa) in luogo dei 3 richiesti dal pm. Schinella, assolto però dall’accusa di falso, veniva indicato dal pm come un debitore esecutato favorito in una procedura esecutiva mobiliare.

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