Il provvedimento del gup Gabriella Reillo è stato letto ieri sera intorno alle 22 nell’aula bunker di via Paglia a Catanzaro al termine di una camera di consiglio che è andata vanti per oltre un’ora. Il Gup ha disposto il giudizio per 27 indagati, di cui 26 dinnanzi al Tribunale di Vibo Valentia, ( prima udienza 11 marzo), mentre un solo imputato dovrà comparire davanti alla Corte d’Assise il 12 marzo. Sotto processo a Vibo sono finiti Antonio Altamura (avv. Marafioti e avv. Staiano); Nazzareno Altamura (avv. Marafioti e Francesco Sorrentino); Rocco Loielo (avv. Di Meo); Michele Rizzuti (avv. Staiano); Antonio Condina (avv. Ioppolo); Francesco Taverniti (avv. Staino); Leonardo Bertucci (avv. Anselmo Torchia); Antonio Gallace (avv. Staiano); Vincenzo Taverniti (avv. Staiano); Michele Altamura (avv. Mangone e avv. Turcaloro); Bruno Emanuele (avv. Pittelli e avv. Galeota); Gaetano Emanuele (avv. Di Renzo e avv. Galeota); Franco Idà (avv. Pittelli e avv. Galeota); Vincenzo Bartone (avv. Turcarolo e avv. Galeota); Francesco Maiolo (avv. Loero); Francesco Antonio Maiolo (avv. Staiano); Francesco Capomolla (avv. Ganino); Giuseppe De Girolamo (avv. Raffaella Agostino) nei confronti di quest’ultimo è caduto uno dei capi d’imputazione; Pasquale De Masi (avv. Galeota e avv. Russano); Giuseppe Prestanicola (avv. Ioppolo e avv. Torchia); Giuseppe Gentile (avv. Sdanganello); Rocco Santaguida (avv. Villella); Giuseppe Nesci (avv. Bardari); Girolamo Macrì (avv. Ioppolo); Roberto Codispoti (avv. Di Fede); Bruno Zungrone (avv. Ioppolo e avv. Sorrentino) e Domenico Falbo (avv. Conidi). Rinviato a giudizio dinnanzi alla Corte d’Assise, invece, Bruno Emanuele indicato quale autore degli agguati mortali dei fratelli Loielo. Al centro delle contestazioni una serie infinita di agguati, danneggiamenti, minacce, infiltrazioni negli enti locali, tesi soprattutto all’accaparramento degli appalti pubblici. In sostanza l’inchiesta della Dda ha acceso i riflettori sull’area delle Preserre vibonesi assestando un duro colpo alla mafia di Ariola. Quanto emerso dalle indagini rappresenta un spaccato di storia criminale, anni di faide ed estorsioni, cambi al vertice delle organizzazioni, ma anche sequestri di persona e omicidi efferati e controllo pressoché totale sugli appalti. Indagini difficili portate avanti dalla Squadra Mobile di Catanzaro che ha operato sotto le direttive del vice questore Rodolfo Ruperti , mentre l’inchiesta antimafia denominata “Light in the woods” è stata coordinata dal sostituto procuratore generaleMarisa Manzini che nel corso della sua requisitoria aveva chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati, ad eccezione delle 16 persone che hanno optato per il rito abbreviato. In questo caso la prima udienza è stata fissata per il 20 febbraio.
RITO ABBREVIATO. Hanno chiesto di essere ammessi al giudizio abbreviato Vincenzo Loielo (avv. Sabatino); Giovanni Loielo (avv. Staiano); Francesco Loielo (avv. Di Meo); Enzo Taverniti (avv. Bagalà); Giuseppe Taverniti (avv. Gianzi e avv. Ioppolo); Nazzareno Gallace (avv. Ganino e avv. Lojacono); Ilario Chiera (avv. Ganino); Angelo Maiolo (avv. Galeota e avv. Loiero); Michele Ganino (avv. Fronte); Piero Sabatino (avv. Gullo); Giuseppe La Robina (avv. Capano, avv. Fanti e avv. Bianco); Rocco Oppedisano (avv. Conidi); Damiano Zaffino (avv. Galeota e avv. Ciconte); Domenico Monardo (avv. Brancia); Giuseppe De Masi (avv. Galeota e avv. Ciconte) e Antonio Forastefano (avv. Gemelli).
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