Cocaina ed eroina spacciate secondo modalità ben precise non solo a clienti del quartiere marinaro ma anche di altre zone della città che andavano in via Stretto Antico per rifornirsi della droga. Ma questa attività di spaccio non è sfuggita ai carabinieri del reparto operativo della Compagnia del capoluogo che, all’alba di ieri, hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Livio Sabatini nei confronti di otto persone ritenute al centro dell’attività di spaccio. Si tratta di Manuel Vecceroloque Pereloque, 26 anni, sottoposto alla custodia cautelare in carcere; Vincenzo Abbruzzese, 30 anni, Fabio Bevilacqua, 22, Cosimo Pereloque Vecceloque, 42, e Cosimo Vecceloque Pereloque, 24, che sono finiti agli arresti domiciliari mentre sono state tre le persone sottoposte dal gip all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: Lucrezia Cazzato, 46 anni, Maurizio Sorgiovanni, 25, e Alessandro Peroloque Vecceroloque, 24 anni. I dettagli dell’operazione denominata “Stretto Antico” (dal nome della strada dove risiedono le persone sottoposte alle misure cautelari) sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il comandante della Compagnia cittadina, capitano Marco Fragassi, e quello del Nucleo operativo radiomobile, tenente Silvio Maria Ponzio. La droga, secondo le indagini dei militari dell’Arma, arrivava dalla provincia di Reggio Calabria, Monasterace in particolare, dove risiedeva Maurizio Sorgiovanni. Quindi, veniva spacciata nella zona di Lido, in via Stretto Antico, all’i n t e rno dell’accampamento rom. Parte di essa finiva anche nell’area di viale Isonzo, dove lo smercio sarebbe stato controllato da Bevilacqua. L’inchiesta, iniziata nel lontano 2009, è andata avanti grazie ad intense attività di appostamento che hanno permesso di accertare i passaggi tra spacciatori e acquirenti. Quindi le attività tecniche (fotografie, intercettazioni telefoniche e ambientali) che hanno confermato le tesi, avvalorate da piccoli sequestri di droga durante varie perquisizioni. «Non esisteva un’a s s o c i a z i one vera e propria con un organigramma predefinito – ha detto il capitano Fragassi durante la conferenza stampa – ma ognuno svolgeva il suo compito collaborando all’attività». Come, ad esempio, nel caso di Lucrezia Cazzato che, secondo i militari, avrebbe avuto il compito di conservare lo stupefacente da passare di volta in volta per la fase dello spaccio. Insomma, si trattava, secondo i militari, di un piccolo sodalizio ben strutturato con contatti con gli acquirenti molto frequenti. I clienti arrivavano da tutto il capoluogo, grazie ad appuntamenti fissati in luoghi ritenuti appartati e tranquilli, nei quali, però, sono riusciti ad accedere i carabinieri che hanno potuto ricostruire l’attività illecita. I carabinieri hanno anche effettuato alcuni riscontri all’attività investigativa riuscendo pure a porre sotto sequestro piccoli quantitativi di droga. Ora la parola passerà agli avvocati difensori (tra gli altri Piero Chiodo, Lucio Canzoniere e Laura Parretta) che dovranno approntare un strategia difensiva già per gli interrogatori di garanzia previsti nelle prossime ore.
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