La banda dei furti ai “Due Mari“, diventata un vero rompicapo per le forze dell’ordine, è stata sgominata dai carabinieri. Tre cosentini sono finiti in manette su ordinanza di custodia cautelare. Si tratta Patrizia Manzo 38, suo marito coetaneo Francesco Bevilacqua, e Francesca Luce di 31, tutti di Cosenza. Ieri mattina, alle prime luci dell’alba i carabinieri delle Stazioni di Maida e Pianopoli, coadiuvati da militari della stazione di Cosenza Nord, hanno eseguito tre arresti domiciliari. I tre sono accusati di aver compiuto diversi furti ai danni di alcuni clienti e lavoratori del Centro commerciale “Due Patrizia Manzo Francesco Bevilacqua Francesca Luce Mari” a Maida, oltre che in alcune attività commerciali a Pianopoli e Falerna. Le minuziose indagini sono state condotte dai comandanti di Maida e Pianopoli, i marescialli Valerio e Carchidi, e coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Rosanna Esposito. L’attività investigativa è iniziata nello scorso settembre e si è protratta per due mesi, in particolare con la denuncia di una commessa in una delle tante attività del centro commerciale. Le modalità d’azione della banda è rimasto sempre lo stesso: i tre cosentini, sfruttando la confusione tra i tanti negozi, giravano dietro il bancone e arraffavano il borsello della giovane cassiera impossessandosi di contanti e della carta di credito, che spesso veniva utilizzata per fare acquisti e prelievi nello stesso centro commerciale. Tutto prima che la vittima s’accorgesse del furto e potesse bloccare la carta. Da qui le indagini condotte in modo serrato che hanno fatto luce su almeno sette furti commessi in diversi giorni dalla banda in trasferta. Il danno totale ammonta a circa 6 mila euro, tra denaro prelevato e acquisti fraudolenti con carte di credito (fino a 1.200 in una sola volta). Tutto questo misto al furto di oggetti nei negozi di elettronica ed in quelli di cosmetici. Sarebbero sempre loro gli autori del furto in una tabaccheria a Pianopoli. Le prove raccolte secondo i carabinieri sono molteplici e gravi. Si basano su dati incrociati grazie alla lungimiranza dei militari delle Stazioni di Maida e Pianopoli che hanno condiviso denunce e indizi, intrecciando decine di fotogrammi oltre che riconoscimenti dei volti dei tre effettuato da alcune commesse, perquisizioni e rinvenimenti di portafogli gettati nella spazzatura dai malfattori dopo aver prelevato la refurtiva. I tre dovranno rispondere al magistrato di furto con destrezza in concorso e continuato nel tempo.
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