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Esplode protesta
dei lavoratori
in mobilità

«Non abbiamo mangiato il panettone a Natale e molto probabilmente non potremo comprare la colomba a Pasqua. Ma tanto che ci importa? Moriremo di burocrazia nell’attesa che qualcuno risolva il nostro problema». È con queste parole che una rappresentanza di lavoratori calabresi (ben 23 mila nel complesso) sottoposti a regime di mobilità in deroga ha illustrato, in maniera peraltro molto eloquente, la propria drammatica situazione di disoccupati, privi di qualsiasi fonte di sostentamento. L’esasperazione li ha spinti ad occupare a oltranza l’anticamera della Sala Concerti di Palazzo De Nobili. Un gesto dimostrativo per richiamare l’attenzione delle istituzioni su una vicenda gravissima. Il riferimento è alla storia dimenticata di un “esercito”di ex dipendenti di strutture attive in vari comparti: sanità, edilizia, comunicazione, fornitura di servizi e così via, i quali da mesi non percepiscono più l’assegno mensile di cassa straordinaria dall’ente preposto. Ecco perché ieri si sono recati al dipartimento regionale al Lavoro allo scopo di parlare con l’assessore Francescantonio Stillitani e il direttore generale Bruno Calvetta. Ad accompagnarli il sindaco Sergio Abramo e l’assessore regionale al Personale Mimmo Tallini, ma non i sindacalisti. Assenza messa in rilievo con particolare disappunto da questa gente, ormai con l’acqua alla gola essendo rimasta priva di risorse. Le risposte di Stillitani non hanno però lasciato spazio all’ottimismo. Anzi, tutt’altro. Le prospettive per tali lavoratori sono piuttosto grame. Di soldi per finanziare la cassa integrazione in deroga non ce ne sono più, considerato che la Regione farà fatica ad erogare persino quella ordinaria di cui godono attualmente altre 75 mila persone. Nel gruppo di disoccupati catanzaresi e della provincia molti ex dipendenti di aziende e case di cura private come Phonemedia, Telespazio, Villa Nuccia e Villa San Vincenzo, che al pari di migliaia di colleghi di sventura lo scorso 4 dicembre avevano accolto con grande favore la promessa di essere pagati dopo essere entrati in agitazione il 26 novembre. E invece, niente da fare. Si annuncia al contrario una guerra tra poveri, dal momento che neppure i Fondi Fesrcirca 36 milioni di euro, di cui 24 milioni saranno riservati alle politiche attive e i restanti 12 a quelle attivebasteranno a mettere a posto le cose. I responsabili dei competenti settori della Regione hanno fatto spallucce, visto che dei 200 milioni di euro promessi dal ministro Elsa Fornero per garantire la copertura finanziaria della cassa integrazione in Calabria ne sono arrivati soltanto 110 mancando di conseguenza all’appello 90 milioni. Gli ex dipendenti del capoluogo e delle cittadine limitrofe, che si stanno costituendo in associazioni e comitati a tutela dei propri interessi, hanno affidato a Massimiliano Ceniviva il ruolo di “megafono”: «Siamo disperati al punto da aver chiesto all’assessore Stillitani almeno la corresponsione di buoni pasto o benzina per tirare avanti, ma ci hanno detto che non si può ottenere alcunché. Domani alle 9 (oggi per chi legge, ndr) una nostra delegazione incontrerà il prefetto Antonio Reppucci, di nuovo alla presenza del sindaco Abramo e di tutti gli esponenti politici pronti ad offrirci un concreto sostegno, per chiedergli di intervenire, sensibilizzando e sollecitando le autorità preposte. Siamo allo stremo delle forze. Parecchi di noi non possono più assicurare le più elementari necessità alle mogli e ai figli. Abbiamo già in programma – ha aggiunto – una manifestazione, fissata per il prossimo 5 febbraio, che prevederà l’organizzazione di un sit-in in piazza prefettura. Il nostro è un grido d’allarme motivato dal fatto che tra di noi ci sono persone senza sussidio da tre mesi, mentre altri persino da un anno».

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