Chiude con un bilancio positivo, «sfiorando il traguardo delle 100 mila presenze e con la soddisfazione degli operatori», la quarantaduesima edizione della Fieragricola, nella nuova area mercatale dal 30 gennaio al 3 febbraio. A tirare le somme dello storico appuntamento, che ha ricevuto la visita e i complimenti del vicepresidente di Futuro e libertà, Italo Bocchino, è il presidente dell’Ente Fiera, Vincenzo Sirianni. «Anche in assenza di dati precisi, si può dire che s’è arrivati molto vicini al bersaglio dei 100 mila visitatori. Nei giorni della Fiera, è stato un pullulare di gente, anche grazie all’ingresso gratuito, considerato il terribile momento di crisi economica» dice appagato il presidente. Che continua: «Grande, soprattutto, il gradimento degli espositori, che hanno risposto con calore e fiducia, infatti i 10 mila metri messi a disposizione dall’amministrazione comunale sono stati tutti utilizzati». Sirianni comunque non nasconde le difficoltà: «La Fiera è stata costruita in sole due settimane e, ovviamente, la programmazione ne ha risentito. Tra mille ostacoli, ci siamo riusciti, e un doveroso ringraziamento va quindi ai miei collaboratori. Il contributo di Regione e Comune ci ha permesso di respirare, ma abbiamo fatto degli sforzi immani, che però sono stati ripagati». Ancora: «Le fiere non sono più come quelle di una volta. Prima, non esisteva Internet. Oggi con un semplice click si passa da Lamezia a Hong Kong. Ci sono soprattutto difficoltà oggettive, come gli elevati costi di gestione; pensiamo che la Fiera di Bari si svolge ogni due anni e l’Expo ogni cinque». Il presidente si toglie poi qualche sassolino dalle scarpe. E alle critiche risponde: «È stata una bella manifestazione. La critica fine a sè stessa non serve. Non si può buttare tutto a mare, anche se va molto di moda di questi tempi. Abbiamo lavorato sodo per rinnovare questo evento, celebrato da una mostra fotografica nel Museo della Memoria che ne ripercorre i 42 anni di storia, puntando, per esempio, molto sull’olio, e l’apprezzamento delle aziende nei confronti della quattordicesima edizione del premio “Oleum olivarum” lo dimostra». Sirianni, riguardo al pentagonale in cui si misurano sull’olio Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata e Calabria, cita la dichiarazione di un produttore: «“Oleum olivarum” è un concorso che si distingue per serietà e prestigio. E dà alle aziende la possibilità di mettere a confronto gli oli. Senza questo passaggio, si dicono solo sciocchezze, perché s’è convinti di essere i numeri uno; invece, è solo grazie al raffronto tra i diversi prodotti che si migliora la qualità e si ottengono i risultati». Questo il responso del concorso riservato al miglior olio di oliva extravergine: miglior fruttato intenso: olio biologico Fattoria “San Sebastiano”, Strongoli (Crotone); miglior fruttato medio, Oleificio “Gulino” Monti Iblei, Ragusa; miglior fruttato lieve, Oleificio “Renna”, Minervino Murge, Bari; mentre il riconoscimento per la migliore confezione è andato all’azienda agricola lametina “De Lorenzo”. Invece, la quinta edizione del Concorso enologico nazionale “Vini del Mediterraneo” - Premio speciale “Notaio Galati”, come spiega Sirianni, «è stata rinviata per motivi tecnici e burocratici. E il discorso verrà affrontato verso la fine di questo mese ». Il presidente dell’Ente Fiera, che ripresenta «la proposta di una scuola di formazione per enologi in città», consiglia alle aziende calabresi di «non pensare solo ad improntare strategie per i mercati esteri. Ma guardare di più a quegli interni. E il motivo è semplice, in quanto se non si creano le condizioni ottimali sul territorio in cui si opera, il mercato estero è destinato al crollo». Il consigliere regionale Mario Magno (Pdl), il suo collega Antonio Scalzo (Pd) e Doris Lo Moro, parlamentare Pd, consegnano la targa “Renda” all’azienda agricola “Tra sogno e realtà” e la targa “Brunetti” all’azienda “Strangis Legnami”. Mentre la targa al socio fondatore è andata al docente Antonio Zaffina.
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