Catanzaro, Crotone, Vibo

Lunedì 29 Aprile 2024

Magistrati indagati,
le accuse si
sbriciolano

Il Tribunale del riesame di Salerno ha rigettato la richiesta di interdizione dai pubblici uffici nei confronti di tre magistrati operanti nel distretto della Corte d’Appello di Catanzaro. Si tratta dei sostituti procuratori Giampaolo Boninsegna – solo da poco trasferito a Pisa – e Paolo Petrolo, nonchè del giudice Giancarlo Bianchi. La Procura della Repubblica di Salerno aveva presentato ricorso avverso l’ordinanza del gip Dolores Zarone, emessa il 29 novembre 2012, attraverso la quale valutava «infondate» le accuse nei confronti dei magistrati indagati. In particolare ai magistrati Boninsegna e Petrolo a vario titolo veniva contestato di aver violato il segreto d’ufficio concernente alcune indagini in materia di criminalità organizzata e narcotraffico rivelando particolari – secondo i pm di Salerno – all’avvocato Antonio Galati, penalista del foro di Vibo Valentia, tra i difensori di Pantaleone Mancuso (cl. ‘47). Mentre al giudice Giancarlo Bianchi, per anni giudice a Vibo Valentia e presidente del collegio giudicante in molti processi di mafia, venivano contestati due episodi di abuso d’ufficio, senza alcuna aggravante. Con la decisione del Tribunale del riesame i tre magistrati, difesi dall’avvocato Michele Tedesco del foro di Salerno, incassano un altro risultato positivo che di fatto conferma quanto già sostenuto dal gip. L’inchiesta della Procura, che aveva impugnato la misura interdittiva, trae origine da un’indagine denominata Purgatorio, per come si evince anche nel decreto del gip di Salerno, pendente alla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro dal 2009. Un’inchiesta che sarebbe diretta ad accertare l’esistenza e l’operatività nel Vibonese di un’associazione ‘ndranghetistica facente capo a Pantaleone Mancuso (cl. ‘47).   

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