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Sequestrato e sepolto
vivo, pm chiede
tre ergastoli

Il processo per l'omicidio di Scaramozzino è in corso davanti ai giudici della Corte d'assise di Catanzaro. I tre presunti responsabili dell'assassinio furono identificati grazie alle dichiarazioni di un minorenne coinvolto nel delitto e che successivamente ha deciso di collaborare con la giustizia. E proprio attraverso le dichiarazioni del pentito la Dda di Catanzaro ha fatto luce sull'omicidio che, secondo l'accusa, sarebbe rientrato nella logica di sterminio del gruppo Maiolo per favorire l'ascesa della cosca dei Loielo. Il pubblico ministero, nella requisitoria, ha sostenuto che i tre imputati avrebbero ucciso Scaramozzino perché ritenuto vicino all'allora boss di Acquaro Antonio Maiolo, anch'egli rimasto vittima della cruenta azione di sterminio compiuta dal gruppo mafioso rivale. Scaramozzino rimase vittima della lupara bianca il 28 settembre del 1993 quando gli esponenti della cosca Loielo individuarono la vittima nei pressi dell'abitazione di Maiolo. Il parrucchiere fu legato e trascinato lungo un sentiero nella boscaglia di Gerocarne. Successivamente fu colpito con una zappa al petto e alla testa. Placido Scaramozzino fu poi sepolto vivo ed il suo corpo non è mai stato trovato. Al termine della requisitoria sono iniziate le arringhe difensive che si concluderanno l'11 febbraio, giorno in cui è attesa la sentenza. (ANSA).

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