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«Non lo abbiamo buttato
giù noi. Per fuggire è
saltato dal balcone»

«Non lo abbiamo gettato dal balcone, è stato lui che per scappare si è lanciato giù». Efraim Iorno, interrogato ieri dal gip Franco Russo Guarro ha negato di aver scaraventato insieme a suo padre giù dal balcone il 23enne fidanzato della sorella, sorpreso a letto con la ragazza dallo stesso Efraim Iorno e dalla madre Elena Bianchini. Il 23enne è ancora ricoverato nel reparto di Medicina del San Giovanni di Dio con i polsi fratturati ed i denti rotti. Ha raccontato di essere stato prima malmenato e poi buttato giù dal balcone di casa dai genitori e dal fratello della sua fidanzata, che lo avevano sorpreso a letto con la ragazza. Una versione confermata dalla stessa giovane donna ai carabinieri, subito dopo l’accaduto. Ma ieri in sede di interrogatorio di garanzia, Francesco Iorno (70 anni), la moglie Elena Bianchini (55 anni), ed il figlio Efraim Iorno (25 anni), arrestati dai carabinieri per l’aggressione al 23enne che era insieme alla ragazza, rispondendo alle domande del gip hanno fornito una versione diversa di quanto accaduto quella notte nella palazzina della famiglia Iorno in via Nazioni Unite a Tufolo. Efraim Iorno, ingessano alla mano destra per una frattura al metacarpo, assistito dall’avv. Aldo Truncè, ha raccontato che la notte tra domenica e lunedì, lui prima degli altri era stato svegliato dai rumori provenienti dalla stanza della sorella. Era andato a vedere ed aveva sorpreso i due fidanzati in atteggiamento intimo. Ne era seguito secondo Iorno uno scambio verbale tra lui e il fidanzato della sorella, che poi si sarebbe scagliato contro di lui impugnando un bastone. «Con il quale mi ha colpito e mi ha rotto una mano »: ha sostenuto il 25enne davanti al giudice. Efraim Iorno ha poi raccontato di aver a quel punto reagito. Di aver preso a sua volta un tubo di gomma e di aver con questo colpito al viso e rotto i denti al fidanzato della sorella. Il 23enne poi – secondo la versione fornita da Efraim Iorno – approfittando dell’arrivo di Francesco Iorno e della moglie Elena che volevano dividere i due contendenti, uscì fuori sul balcone e dopo averlo attraversato da un parte all’altra, per scappare si lanciò giù nel vuoto benchè fosse solo con gli slip. «Come potevo prenderlo in braccio per buttarlo giù se avevo la mano rotta», si è difeso Efraim. La ricostruzione del 25enne sarebbe stata poi confermata da Francesco Iorno, assistito dall’avv. Giuseppe Gallo. È stata interrogata anche Elena Bianchini (difesa dall’avv. Romolo Villirilli), alla quale il gip ha concesso i domiciliari in attesa della decisione sulla convalida. La versione fornita dagli indagati non ha convinto per nulla il sostituto Luisiana Di Vittorio. Il magistrato che contesta a Francesco ed Efraim Iorno, il reato di tentato omicidio e ad Elena Bianchini quello di lesioni aggravate, ha chiesto al gip oltre alla convalida degli arresti l’emissione di un’ordinanza di custodia in carcere per i tre indagati. Si sono opposti i difensori che hanno chiesto la scarcerazione. Il giudice Franco Russo Guarro si è riservato e deciderà oggi.

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