Davanti al giudice s’è avvalso della facoltà di non rispondere Giuseppe Gallo, 68 anni, il cittadino canadese di origine italiana che vive a Feroleto Antico e che è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Pianopoli con l’accusa di furto d’energia elettrica. Ieri l’uomo è stato giudicato per direttissima. Il suo arresto è stato convalidato dal giudice Gustavo Danise, ma nei suoi confronti non ha emesso nessun provvedimento cautelativo. Tornerà in aula il prossimo primo luglio perché il suo difensore, l’a vvocato Massimo Saladino, ha chiesto i termini a difesa. Ad accompagnarlo in aula sono stati il luogotenente Carmelo Carchidi, comandante della stazione di Pianopoli, ed il suo vice, il maresciallo Giorgio Carafa, gli stessi militari che lo hanno ammanettato l’altro ieri perché nel corso di una perquisizione hanno scoperto che il Gallo era allacciato abusivamente alla rete dell’Enel. Nel corso della perquisizione nell’abitazione i carabinieri riscontravano che il contatore digitale era disabilitato nonostante in casa ci fosse la luce elettrica. L’allaccio anomalo era evidente perchè per casa erano sparsi diversi cavi ai quali erano collegati lampadine, spine, computer, scaldini e altri elettrodomestici. Elementi tenuti in considerazione dal giudice Danise del Tribunale lametino nell’e m e t t ere il dispositivo di conferma dell’arresto. Un indagato particolare Giuseppe Gallo che s’è presentato in udienza con un cappello da cowboy e la stella di sceriffo. Un soggetto atipico che ha richiamato la curiosità di molti per il modo di vestirsi e di porsi anche nei confronti delle forze dell’ordine, definendosi «un eroe americano che entro l’anno diventerà il calabrese più famoso, e di riflesso anche i carabinieri di Pianopoli che l’hanno arrestato a casa». Pensieri e parole che Gallo ha pronunciato nell’aula penale del tribunale conversando prima e dopo l’udienza sia con i militari dell’Arma sia con quanti incuriositi dalla sua presenza si sono avvicinati per conoscere il motivo per cui era stato arrestato. Gallo dopo la decisione del giudice è stato rimesso in libertà ed è ritornato in quell’abitazione di Feroleto Antico dove i carabinieri lo hanno ammanettato con l’a ccusa di furto. Torno a casa, ha detto dopo l’udienza, «per proseguire la mia missione come componente di quarto grado dell’associazione “Knigths of Colombus”, un esercito cattolico di uomini, sono circa due milioni nel mondo, che hanno il compito di proteggere la fede ed il papato ».