Due famiglie sgomberate e da ieri senza casa, parte di una palazzina dichiarata inagibile: questo il bilancio dell’incendio sviluppatosi ieri mattina intorno a mezzogiorno. Il pronto intervento dei Vigili del fuoco del comando provinciale, intervenuti sul posto con cinque mezzi diretti dall’ingegnere Sebastiano Rotta e coordinati da Saverio Mesiano, ha evitato danni ancora maggiori. Prontamente infatti è stata chiusa la valvola del metano e portate immediatamente via le bombole del gas del secondo piano che rappresentavano una minaccia in più. Alla fine il bilancio dei danni è comunque ingente perché nel complesso le fiamme hanno distrutto quasi 200 metri quadrati di abitazione. Alla fine, la relazione approntata dai Vigili del fuoco ha dichiarato inagibile il secondo piano e la mansarda, mentre risulta abitabile il primo piano. Sul posto anche i Carabinieri del nucleo Radiomobile della Compagnia di Vibo, insieme ai militari della stazione di Filandari. In località Arzona anche il sindaco Vincenzo Pizzinni che ha voluto rendersi conto di persona della situazione e delle condizioni degli occupanti lo stabile, prima di firmare l’ordinanza di sgombero. Paura, rabbia, incredulità e disperazione tra chi ha visto in pochi attimi andare in fumo tanti sacrifici. Nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse accadendo, che le fiamme hanno divorato due intere abitazioni. Protagoniste e vittime due fratelli e le loro famiglie, composte da quattro persone. Intorno a mezzogiorno di ieri, secondo la ricostruzione effettuata al termine delle operazioni, un incendio ha avuto origine in uno dei due appartamenti dell’ultimo piano della moderna palazzina. Secondo la relazione dei Vigili del Fuoco del comando provinciale, a innescare l’incendio è stata l’otturazione della canna fumaria generando un ritorno di fiamma nel termo camino. Il fuoco si è poi esteso in tutta l’abitazione utilizzando come conduttore il tetto che, costruito in legno lamellare, ha agevolato l’immediato propagarsi delle fiamme da un appartamento all’altro. «Molto probabilmente – ha riferito il maresciallo della stazione dei Carabinieri di Filandari, Salvatore Todaro – se ci fosse stata una divisione del tetto in cemento, le fiamme sarebbero state bloccate e non si sarebbero propagandante nell’appartamento accanto». La disperazione e l’indescrivibile sensazione di chi si è ritrovato senza un tetto e senza più nulla è stata solo parzialmente mitigata dalla consapevolezza che le conseguenze dell’incendio potevano anche sfociare in una tragedia. I componenti delle due famiglie hanno avuto infatti la prontezza di fuggire via e mettere in salvo la propria vita. Anche il sindaco Vincenzo Pizzuto, visibilmente dispiaciuto, accorso appena saputo dell’accaduto, ha comunque tirato un sospiro di sollievo nel sapere che le famiglie erano rimaste illese. Per quanto riguarda le due famiglie, invece, oggi è il giorno della dura realtà e l’inizio, nonostante tutto, del tentativo di una nuova ripresa.