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Bimbo di nove mesi
rischia la cecità
Un appello per
aiutarlo a sperare

neonato

Ha soltanto nove mesi e nei suoi occhi, finora, sono passate soltanto ombre. Da qualche tempo da un solo occhio, considerato che la vista dall’altro l’ha ormai persa. Nove mesi e già diversi interventi chirurgici a causa di una grave patologia a entrambe le retine. E se non si riuscirà a fare in modo che Cristian – questo il nome del piccolo che vive a Mantineo, frazione di Cessaniti – arrivi in una clinica specializzata di Detroit (Canada), allora le ombre e poi il buio lo guideranno verso il futuro. Un caso portato alla luce dal Circolo “Corrado Alvaro” e dal suo presidente Giuseppe Ceravolo il quale ha dato vita a una sorta di catena di solidarietà –affinché «i diritti dei più deboli non vengano calpestati » – che vede direttamente coinvolte l’associazione “Marea”, rappresentata da Domenico Schilipiti e l’associazione “CoseBelle production” presieduta da Pasqualino Ceravolo il quale si è subito attivato tramite Facebook e con il suo gruppo promuovendo una raccolta di fondi nel corso della serata per carnevale organizzata al Villaggio Stromboli di Ricadi. Ma per raggiungere l’obiettivo, cioè fare arrivare Cristian a Detroit, non basta una sola iniziativa. Ecco allora che le associazioni lanciano il loro appello affinchè la missione possa essere compiuta positivamente. Nel frattempo, secondo quanto reso noto da Giuseppe Ceravolo, pare che anche il Comune di Cessaniti si sia mosso o stia per farlo, ma c’è bisogno di un ulteriore sforzo da parte di altre associazioni e istituzioni. Un minimo di impegno per far sì che il piccolo Cristian possa sperare in un futuro di immagini e colori, anche perché le condizioni economiche della sua famiglia sono disagiate. Il bimbo, infatti, è il primogenito di una coppia di disoccupati. Inoltre il papà, Fortunato Mazzeo, ha a sua volta gravi problemi visivi. Insomma dramma su dramma, anche se quello che i due coniugi stanno vivendo per la malattia del piccolo è in assoluto il peggiore. Il Circolo “Corrado Alvaro” ha lanciato una richiesta d’aiuto alla quale, finora, hanno risposto soltanto tre associazioni. «Noi ci stiamo muovendo contattando tutte le altre –evidenzia Ceravolo – o meglio quelle che, come la Corrado Alvaro, non sono solo sulla carta e non aspettano che arrivi il messia di turno per distribuire doni o contributi. Ma il caso di Cristian è anche una battaglia sociale affinché gli venga garantito un diritto.

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