Sembrava un classico amore adolescenziale come tanti. Invece per una ragazza di 16 anni si è trasformato nel peggiore incubo, con l’ex ragazzo, S.D., quasi diciottenne, che ha messo in atto comportamenti persecutori tali da far emettere al giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni la misura cautelare della permanenza in casa per il reato di stalking (previsto e punito dall’art. 612 bis 1., 2. e 3. comma del codice penale) e violenza privata (art. 61 n. 5) per aver perpetrato e reiterato atti persecutori in danno della sedicenne, con la quale era stato precedentemente legato da relazione affettiva. La storia ha inizio circa due anni fa quando i due giovani ragazzi, lui disoccupato, lei studentessa, entrambi residenti nel quartiere marinaro, si incontrano e si piacciono. Un dolce e romantico amore adolescenziale. Ben presto, però, la storia d’amore si complica. Lui è molto geloso, in diversi casi morboso, molto possessivo, e non consente alla giovane la vita sociale che vorrebbe. Dopo messi di sopportazione la ragazza decide di troncare quella relazione soffocante e ossessiva. Ed è proprio da quel momento che inizia l’inferno. La ragazza addirittura è stata costretta a cambiare più volte il numero del telefono cellulare per evitare di essere rintracciata. Tutto inutile. Sino a quando, circa tre settimane fa, non ha deciso di presentare un esposto-denuncia agli agenti del commissariato di Polizia del quartiere marinaro, guidato dal dirigente Giacomo Cimarrusti, che, raccolta la versione della giovane donna, hanno subito avviato le indagini- lampo che hanno consentito in brevissimo tempo, l’emissione della misura da parte del giudice. Le indagini hanno consentito di accertare la grave situazione che stava vivendo la minore, vittima senza dubbio alcuno di “stalking”, nonché del coinvolgimento del proprio nucleo familiare e degli amici della giovane donna, molti dei quali, anch’essi minorenni, erano ormai loro malgrado vittime di minacce e di svariati atti di “bullismo”, che il ragazzo perpetrava ai loro danni con l’intento di isolare la sua vittima e allontanarla dalle sue amicizie, per indurla a ritornare sulla propria decisione di interrompere la relazione affettiva finita nel marzo 2012. Le minacce hanno riguardato anche il dirigente dell’istituto scolastico frequentato dalla ragazza nonché il padre di un amico della giovane donna e il danneggiamento di un auto parcheggiata nei pressi dell’abitazione di un’amica della ragazza, quale atto intimidatorio nei confronti della giovane donna. S.D. si è reso responsabile, anche, di altri vari reati, che vanno dalla detenzione abusiva di materiali esplodenti (ex art. 697 c.p.) all’accensione ed esplosione pericolosa (ex art. 703 c.p.), atto per il quale è stato colto in flagranza nell’immediatezza della scuola frequentata dalla vittima.