Fortuna ha voluto che si è riusciti a risalire in poco tempo alla zona di mare dalla quale era partita la telefonata d’aiuto. Uno dei migranti che con tanti altri era a bordo di una barca di 12 metri che imbarcava acqua, ha chiamato il figlio che vive a Torino il quale a sua volta ha dato l’allarme ed ha fornito il numero di telefonino del genitore. Mappata l’area dalla quale era partita la richiesta di aiuto, è stato relativamente semplice per gli uomini a bordo di una motovedetta della Capitaneria di Porto di Crotone, agganciare a poco meno di due miglia al largo di Capocolonna la due alberi a vela dalla quale era partito l’Sos. Hanno rischiato davvero che la loro barca affondasse i 41 migranti (afghani, siriani e iracheni), approdati ieri sera al porto di Crotone dopo l’intervento in mare di un mezzo della Guardia Costiera che li ha soccorsi al largo di Capocolonna. Qui è intervenuto anche un pattugliatore della Guardia di Finanza che ha rimorchiato fino al porto la barca a vela e motore, svuotata del suo carico umano. I migranti infatti erano stati trasbordati per sicurezza a bordo della motovedetta della Capitaneria che intorno alle 19 è arrivata in porto. Li aspettavano gli uomini delle forze di polizia del dispositivo antisbarco (poliziotti, finanzieri, uomini della Guardia costiera, carabinieri) ed i volontari della Misercordie, della Cri e delle altre associazioni che curano l’accoglienza. Tre dei 41 immigrati, tra cui un cittadino ucraino che ha ammesso di essere stato al timone della barca, sono stati accompagnati in questura. Sono sospettati di essere gli scafisti che hanno condotto dalle coste greche a quelle crotonesi l’imbarcazione a vela che sulla fiancata ha scritto il nome “Gar - fild”. Gli altri immigrati sono stati accompagnati con i pullman al Centro di accoglienza di Sant’An - na. L’allarme sbarco era stato dato a metà pomeriggio alla centrale operativa della Capitaneria di Porto di Crotone, dal Comando generale di Roma delle Capitanerie di Porto. Da quanto si è appreso un giovane afghano, figlio di uno degli extracomunitari a bordo del veliero senza bandiera, aveva segnalato alla polizia ferroviaria di Torino che il padre e un suo amico lo avevano telefonato dicendo che erano a bordo di un’imbarcazione in difficoltà, in navigazione tra la Grecia e l'Italia. La Polfer ha quindi contattato la Guardia costiera di Savona, che a sua volta ha girato i numeri di cellulare delle due persone al comando generale delle Capitanerie di Porto. Proprio grazie a questo contatto telefonico è stato possibile con le celle telefoniche, localizzare la barca a vela, a circa 10 miglia da Capo Colonna. Da Crotone è salpata una motovedetta della Guardia costiera che intorno alle 18 ha raggiunto la barca a vela e preso a bordo gli extracomunitari, tra i quali c’erano nove minori.
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