È stato tutto un turbinio di incontri, ieri, sulla doppia vertenza Fondazione Campanella-Cardiochirurgia di Catanzaro e Reggio. Il rettore dell’Ateneo, Aldo Quattrone, che non ha inteso firmare l’intesa che il governatore Scopelliti gli ha proposto per definire la sorte delle unità operative non oncologiche della Fondazione Campanella e la questione della cardiochirurgia pubblica del policlinico Mater Domini, ha ieri incontrato il sindaco Sergio Abramo, che si sta attivando a tutto campo per quanto di sua competenza, l’assessore regionale Mimmo Tallini e il presidente della commissione regionale alla Sanità Nazzareno Salerno. Ma soprattutto ha messo a punto una controproposta che oggi trasmetterà a Scopelliti «con la speranza - dice che possa essere recepita e si possa addivenire a breve all’au - spicata intesa, salvaguardando anche il mantenimento dei posti letto della cardiochirurgia pubblica di Catanzaro». Il motivo principale per cui il Rettore non ha condiviso l’ultima formulazione dell’intesa è infatti la «mancanza di alcun accenno, nel testo, alla permanenza dei dieci posti letto cardiochirurgici della Mater Domini, che senza tale specificazione potrebbero sparire in forza del decreto commissariale 136 che assegna zero posti letto alla cardiochirurgia pubblica catanzarese. Deve essere chiaro che i posti letto del centro cuore reggino debbono essere aggiuntivi rispetto a quelli di Catanzaro». L’istituenda cardiochirurgia reggina, che dovrà essere “a direzione universitaria”, è dunque dipendente dall’Ateneo di Catanzaro e nei fatti dal via libera del Rettore attraverso la firma dell’intesa Università-Regione. Ieri intanto il Comitato dei lavoratori della Fondazione Campanella che si sente «vittima di mille condizionamenti» e ringrazia ironicamente i politici per la piega presa dalla vicenda (la Fondazione è appesa a un filo e rischia la chiusura), ha annunciato «le uniche dimissioni che ci saranno prima delle elezion». Quelle, appunto, del comitato stesso. «Ringraziamo il Prefetto dicono i lavoratori unica figura neutrale ed un’unica Istituzione che ha cercato di mediare anche in tempi rapidi, ma le parti hanno posticipato tutto a dopo le elezioni: traete tutti voi le conclusioni, noi come tutti gli italiani ci adeguiamo ad un sistema, non potendo fare a meno di dire ad alta voce che non condividiamo. Basta, continuate la vostra campagna elettorale, continuate da soli, perché noi anche se ormai pochi e sfiancati non parteciperemo più ai vostri comizi, anzi chiudiamo per sempre il palco che ha concesso a politici di destra, di sinistra e di centro di farsi campagna elettorale. Chiudete quindi la Fondazione Campanella, e prima di chiudere… pagate tutti i debiti!». Intanto la Cgil attraverso i sindacalisti Giuseppe Valentino, Alfredo Iorno e Antonio Cimino, ritiene che «quanto si sta consumando nelle vicende sanitarie di queste settimane, sia l’emblema del fallimento del centrodestra calabrese e nazionale. E il presidente della Regione sostiene la Cgil che è anche commissario per la Sanità, vuol far tutto lui: imporre le scelte come commissario, discuterne con se stesso in qualità di Presidente, difendere i lavoratori dalle sue stesse decisioni. Quello che invece dovrebbe fare è decidere nell’interesse della Calabria, senza farsi prendere dalla fase elettorale, cosa che in questo periodo riesce bene anche al Sindaco Abramo, e senza, soprattutto, cercare di tirare acqua al suo mulino. C’è il legittimo sospetto che sulla firma del protocollo d’intesa Regione-Università, Scopelliti faccia pesare equilibri territoriali e che sul tavolo del confronto non ci siano solamente il futuro della struttura e dei lavoratori, ma come contropartita da ottenere lo spostamento di importanti pezzi di strutture sanitarie a Reggio, ad esempio la Cardiochirurgia. Chiediamo ai lavoratori di non farsi strumentalizzare conclude la Cgil per evitare, dopo le elezioni, un brusco risveglio. Siamo solidali con i lavoratori e disponibili come sindacato ad incontrarli in una pubblica assemblea, consci del fatto che per aver detto da subito e chiaramente quale fosse la posizione della Cgil nei confronti della struttura, in passato siamo stati accusati di essere contro i lavoratori. Niente di più falso»