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Centro cuore, salvi
gli 11 posti letto

«Il problema della Cardiochirurgia, secondo me, non esiste. I posti letto attuali rimarranno anche dopo la rimodulazione prevista dal decreto commissariale 136, compresi cioè nei 250 posti letto dell’Azienda Mater Domini». Il presidente Giuseppe Scopelliti ha usato termini espliciti per chiudere quella che, a suo dire, è una polemica destinata a sgonfiarsi. «È vero – ha aggiunto – che esistono atti in cui si prefigurano scelte e percorsi diversi, ma nel complesso il numero dei posti letto del centro cuore universitario non subirà variazioni. Nei 250 posti letto della Mater Domini sono compresi gli 11 della cardiochirurgia ». Il governatore lo ha dichiarato ieri al termine del primo, ma per niente risolutivo, tavolo tecnico convocato dal prefetto Antonio Reppucci per sbloccare la firma dell’intesa fra Regione e Università Magna Græcia. Un accordo arenatosi su tre punti sui quali l’Ateneo non è disposto a trattare: la necessità di garantire il mantenimento degli 11 posti letto del centro cuore della Mater Domini; il finanziamento di tutti i posti letto previsti nella Mater Domini, necessario a mantenere invariate l’attività ospedaliera e i percorsi formativi di Medicina; il passaggio delle Unità operative non oncologiche (e non attività assistenziali così come erano state definite nell’ultima bozza di intesa) dalla Fondazione Campanella alla Mater Domini. Su quest’ultimo punto Scopelliti ha precisato: «Serve una maggiore riflessione, perché ci sono alcune perplessità che stiamo provando a superare». Le discussione ripartirà la settimana prossima (verosimilmente fra martedì e mercoledì), quando dovrebbe rientrare in Calabria Luigi D’Elia, il sub-commissario al piano di rientro che si occupa degli aspetti normativi, ieri bloccato a Roma dall’influenza. Se resta tutto invariato sul versante sanitario, qualcosa si muove sul fronte economico, sui cui numerosi aspetti hanno discusso, insieme a Scopelliti e Reppucci, il rettore Aldo Quattrone, il prof. Ciro Indolfi, il sub-commissario Luciano Pezzi, il sindaco Sergio Abramo, il presidente della Provincia Wanda Ferro, il presidente della commissione regionale alla Sanità, Nazzareno Salerno, il presidente del cda della Fondazione, Paolo Falzea, il direttore sanitario Patrizia Doldo e il dg Baldo Esposito. «C’è un piccolo passo in avanti per quel che riguarda gli aspetti finanziari – ha affermato il governatore – dopo la serie di valutazioni fatte, sul piano teorico, con il rettore e il generale Pezzi. Nella prossima settimana passeremo a valutare anche gli aspetti sanitari con il sub-commissario D’Elia. Bisogna andarci piano, ma non possiamo non trovare una soluzione ». Intanto, una parziale boccata d’ossigeno per la Fondazione Campanella dovrebbe portarla l’annuncio, fatto dallo stesso Scopelliti, dell’erogazione (che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni) di 1 milione e mezzo di euro. Passaggio essenziale per garantire al Polo oncologico un minimo di sicurezza economica in più, quanto meno per pagare gli stipendi dei dipendenti e assicurarsi il materiale sanitario necessario alle prestazioni mediche. «Quel milione e mezzo – ha detto Quattrone – rappresenta uno stanziamento dovuto e già previsto, nonostante arrivi con ritardo. C’è la necessità di trovare al più presto un’intesa sulla Fondazione. Adesso aspettiamo le valutazioni di D’Elia sugli aspetti normativi per capire se c’è la volontà di firmare». Tutto passa dall’ok alle proposte del rettore: «Non posso cedere su quei tre punti, perché comprometterei il futuro degli studenti non garantendo la prosecuzione di alcuni percorsi formativi fondamentali per la facoltà di Medicina, il potenziamento del sistema universitario e i posti di lavoro dei 270 lavoratori della Campanella. Inoltre devo dire – ha concluso – che Scopelliti mi sembra in completa sintonia con la mia richiesta di mantenere una sola Cardiochirurgia articolata su due poli: a Catanzaro, che non può perdere una struttura in funzione da anni, e a Reggio. Serve solo una precisazione scritta per non penalizzare nessuno. Vedremo se i sub-commissari converranno sulle nostre ipotesi che altro non prevedono se non la difesa dei bisogni dei calabresi e dell’Università». Dello stesso avviso anche Abramo e Ferro. Per il sindaco «i sub-commissari devono mettere nero su bianco il mantenimento dei posti letto esistenti nel centro cuore di Catanzaro». Secondo il presidente della Provincia, «l’apertura di una Cardiochirurgia a Reggio non deve togliere nulla al capoluogo di regione. Sullo Stretto dovrà sorgere una costola di quella universitaria catanzarese ».

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