Catanzaro, Crotone, Vibo

Sabato 23 Novembre 2024

Ville, auto e soldi
dei Notarianni
sotto sequestro

notarianni

Beni per oltre 2 milioni di euro sono stati sequestrati dalla guardia di Finanza a ben otto componenti della famiglia Notarianni, considerata dagli inquirenti organica alla cosca Giampà, quest’ultima recentemente decapitata nell’ambito dell’operazione “Medusa”che ha portato in carcere 36 elementi tra cui il boss Giuseppe Giampà da mesi collaboratore di giustizia. Il provvedimento è stato emesso dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro Giovanna Mastroianni, su richiesta del procuratore Antonio Vincenzo Lombardo, dell’aggiunto Giuseppe Borrelli e del sostituto Elio Romano, dopo i rapporti informativi delle Fiamme gialle lametine. Destinatari dei sequestri i coniugi Aldo Notarianni e Giuseppina, Giampà, nipote di Francesco capo storico del clan chiamato “il Professore”. Alla coppia sono state sequestrate due ville (intestate a terzi soggetti) e due moto. Sequestro anche per Aurelio Notarianni, fratello di Aldo, e riguarda una villa (intestata a terzo soggetto) e due auto. All’altro fratello, Antonio, sequestrata un’auto d’epoca, ed a suo figlio Luigi la finanza ha messo i sigilli su una villa (intestata ad un terzo soggetto) e ad un’auto - mobile. Al quarto dei fratelli, Rosario, sono state sequestrate 5 auto. Un altro dei fratelli, Carmine Vincenzo Notarianni, ha subito il sequestro di 2 ville (intestate a terzi), 2 moto, 3 auto ed un ciclomotore d’epoca; al figlio di quest’ultimo, sequestrati una villa (intestata a terzi), 2 moto e 3 auto. Ad eccezione di questi ultimi due, tutti gli altri Notarianni si trovano in carcere. Sono state sequestrate, inoltre, disponibilità finanziarie rinvenute su conti bancari per circa 24 mila euro e accertamenti sono ancora in corso per individuare eventuali altri depositi di cui gli indagati risultino disporre nelle banche. Il sequestro preventivo è il frutto di un’intensa attività investigativa della guardia di finanza lametina comandata dal maggiore Maurizio Pellegrino, in particolare del nucleo mobile diretto dal brigadiere Vito Margiotta, che dopo le indagini sulle attività illecite dei Giampà in collaborazione con la polizia di Stato ed i carabinieri, hanno puntato l’attenzione verso i patrimoni degli indagati. Nella cosca affiliata ai Giampà viene indicato come capo Aldo Notarianni.

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