Avrebbe prestato soldi ad un impiegato applicando tassi da usura, in un caso quantificati in più del 200 % ed avrebbe anche minacciato pesantemente l’impiegato 48enne che impaurito ha trovato poi il coraggio di denunciarlo. Agli arresti domiciliari con le accuse di usura ed estorsione, è finito il 53enne di Roccabernarda Antonio Giuliano. Sono stati i finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria del Comando provinciale ad eseguire ieri mattina il provvedimento restrittivo emesso dal giudice delle indagini preliminari Giulia Proto su richiesta del pubblico ministero titolare delle indagini Ivan Barlafante. La misura cautelare è giunta a conclusione di una complessa attività investigativa, condotta dagli specialisti della Sezione mobile della “Tributaria” che hanno ricostruito sia i presunti passaggi di danaro che sarebbero avvenuti tra il 53enne accusato di usura e il 48enne impiegato, sia le minacce che l’arrestato avrebbe indirizzato alla presunta vittima. Questa nell’autunno 2010, esasperata dalle richieste di soldi e dalle pesanti minacce si è rivolta alla Guardia di Finanza raccontando la sua vicenda. Gli uomini delle Fiamme gialle coordinati nell’ultimo periodo dal comandante del Nucleo il maggiore Renato Serreli e dal capitano Mario Celso, hanno poi ricostruito le circostanze relative a tre diversi prestiti in danaro, che Giuliano avrebbe erogato nel periodo che va dal gennaio 2007 all’agosto 2009, all’impiegato 48enne. Questi che vive in un paese contiguo a Roccabernarda, costretto da una pesante situazione economica personale ed impossibilitata ad accedere al credito bancario, si è rivolto a privati chiedendo ed ottenendo dei soldi in prestito. Giuliano gli avrebbe prestato in un primo episodio 10.000 euro e ne avrebbe ottenuti in restituzione 12.000. Poi 10.000 pretendendone indietro, secondo l’ accusa 14.000 ed infine 45.000 euro pretendendo un corrispettivo di 119.000 euro. Complessivamente il 53enne avrebbe prestato 65.000 euro pretendendone indietro 145.000. Con interessi che in una circostanza avrebbero superato il 200 % mentre negli altri due casi avrebbero raggiunto la soglia rispettivamente del 30,29% e del 38,23%. Ma nel corso dell’inchiesta seguita passo passo dal colonnello Teodosio Marmo, comandante provinciale delle Fiamme gialle, gli investigatori avrebbero registrato anche atteggiamenti violenti e minacciosi da parte del 53enne che non avrebbe esitato a minacciare e non solo, l’impiegato per farsi restituire soldi e interessi. «Ti faccio uscire il sangue», «venditi la casa», «vengo e ti sparo »: queste alcune delle frasi che l’arrestato avrebbe rivolto telefonicamente all’impiegato. Che avrebbe anche avuto l’auto danneggiata a colpi di bastone. Ed in una circostanza Giuliano si sarebbe pure recato sul luogo di lavoro del 48enne per aggredirlo. Notificando ieri mattina il provvedimento cautelare gli uomini delle Fiamme gialle hanno sequestrato a casa di Iuliano assegni per 127.000 euro, gran parte dei quali pare firmati dall’impiegato 48enne, un libretto di deposito bancario con saldo di 51.000 euro insieme ad agende con appunti e nomi. In una stanza della casa inoltre c’era un vero e proprio “studio” attrezzato, nel quale veniva presumibilmente esercitata abusivamente l’attività di odontoiatra. Gli investigatori della Finanza sono al lavoro per capire se il capitale utilizzato sia stato nella sola disponibilità di Giuliano o se nel presunto “giro” di usura vi sia coinvoilto qualche altro.
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