«Nel sorriso splendente della Beata Chiara Luce Badano, esempio luminoso per i giovani affinché non perdano mai la speranza, troviamo la risposta agli enigmi del nostro tempo». In ricordo della giovane focolarina ligure, morta a 19 anni il 7 ottobre 1990 per osteosarcoma (tumore maligno dell’osso) con metastasi, che ha affrontato la malattia con una forza di volontà eccezionale e una fede assoluta, proclamata Beata da Papa Benedetto XVI il 25 settembre 2010, dopo averne riconosciuto un miracolo di guarigione per sua intercessione, venerdì prossimo alle 18, al Teatro “Otto ciclisti lametini” della Fondazione “Terina”, si svolgerà il meeting “Testimoni della fede”, un incontro-testimonianza con i genitori di Chiara Luce, Maria Teresa Caviglia e Ruggero Badano e gli amici della giovane, Chicca e Franz Coriasco. Il meeting, promosso dalla diocesi lametina e organizzato dall’ufficio catechistico diocesano con la collaborazione del servizio di pastorale giovanile, ufficio famiglia e movimento dei “Focolari”, è presentato in conferenza stampa, nel salone del vescovato da don Maurizio Mete direttore dell’ufficio catechistico diocesano, don Roberto Tomaino che si occupa delle comunicazioni sociali, don Antonio Brando ex dirigente dell’ufficio catechistico e Stefania Lecce della stessa équipe. «È la prima beatificazione di una giovane italiana nel ventunesimo secolo. La sua figura è proposta per la santità dei giovani e delle famiglie. Il suo sorriso splendente ci guida e ci aiuta a comprendere misteri come la morte, il dolore e le inquietudini che viviamo» dice Tomaino. Che descrive anche il miracolo che ha portato Papa Benedetto XVI a proclamare Beata la giovane: «Un ragazzo di 15 anni di Trieste, nel 2001, viene colpito da una meningite fulminante. Le sue speranze di vita sono flebili. Guarisce per intercessione di Chiara Luce». Mete spiega che il meeting «s’inserisce nelle manifestazioni dell’Anno della fede voluto da Benedetto XVI. Un’idea che nasce dal desiderio di condividere un’esperienza forte di fede ad ampio raggio, in maniera nuova, giovane e dinamica ». Quindi ricorda la figura di Chiara Luce: «La giovane nasce a Sassello (Savona) il 29 ottobre 1971. Riceve una solida educazione cristiana e a 9 anni aderisce al movimento dei “Focolari”. Rimane affascinata dal Vangelo, l’unico scopo della sua vita. Nel 1981 partecipa al “Family Fest”, l’incontro internazionale delle famiglie dei “Focolari” e l’ideale di santità prende sempre di più corpo». Ancora: «Ma un male terribile, osteosarcoma con metastasi, la colpisce e la porta via a 19 anni. Chiara Luce però vive ogni momento come un dono che non va sprecato. Traspare una grande luce dal suo volto. La malattia non le toglie la vita, ma la trasforma in un abbraccio infinito con Gesù». Per il meeting, dichiara Lecce, «è stato fatto un grande lavoro di rete, con parrocchie, vicarie, scuole e catechisti. I fondi sono pochi, ma immensi sono la buona volontà e lo spirito di servizio. Si vuole creare così l’inizio di un cammino per una Fede vera, che coinvolge l’esistenza». Brando parla di «un momento positivo per l’équipe dell’ufficio catechistico diocesano, sempre attento a organizzare iniziative diocesane e a livello regionale per offrire strumenti ai catechisti che mirano ad accrescere la loro formazione. Il ruolo dei catechisti è fondamentale: sono discepoli del Signore».