È stato convalidato l’arresto di Danilo Torcasio, 28 anni, e Francesco Tropea di 26, noti alle forze dell’ordine e arrestati o dai carabinieri del Nucleo operativo della locale Compagnia con l’accusa di detenzione di sostanza di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale. I due che erano sfuggiti ad un posto di controllo furono inseguiti e poi scovati in una palazzina nei pressi di Piazza d’Armi. Durante l’inseguimento dall’auto sulla quale viaggiavano i due giovani veniva lanciato un sacchetto di plastica trasparente per disfarsi di qualcosa di scomodo. Una delle pattuglie dei carabinieri immediatamente ha raccolto il sacchetto dove venivano trovati circa 200 grammi di eroina. A convalidare l’arrestato di Torcasio e Tropea è stato il giudice delle indagini preliminari Barbara Borelli, che ha inoltre emesso nei loro confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere perché «sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati loro contestati, come si desume dalla comunicazione di notizia di reato e dal verbale di arresto, il cui contenuto è stato già riportato nella parte motiva della convalida». Danilo Torcasio e Francesco Tropea adesso si trovano rinchiusi in cella. Nel documento il Gip scrive che «gli elementi descritti costituiscono indubbiamente gravi indizi del reato di detenzione di sostanza stupefacente a fine di spaccio», attività svolta «sotto gli occhi degli operanti i quali hanno direttamente assistito all’atto del disfascimento dell’involucro contenente la droga da parte del Tropea». Per lo stesso magistrato «dalla disamina della condotta complessiva risulta pacificamente riconducibile ad entrambi gli indagati il trasporto e la detenzione oggetto di contestazione, posta l’a s s oluta inverosimiglianza della versione resa dai due indagati in sede di interrogatorio, secondo i quali il Torcasio, conducente dell’autovettura, fosse all’oscuro della detenzione dell’involucro da parte del Tropea». Per il Gip «tale ricostruzione è da un lato in sé inverosimile, atteso che appare alquanto strano che un semplice conoscente si presti ad accompagnare un altro a Bovalino solo perché quest’u l t imo possa parlare con un amico ». Dall’altro lato, per il giudice delle indagini preliminari, «risulta sconfessata da tutta la dinamica dell’azione, atteso che il Torcasio ha comunque aderito alla condotta di fuga risultando anzi l’autore materiale della stessa , facendo così desumere la sua consapevolezza circa l’illiceità della condotta presupposta, non potendo avere efficacia totalmente discriminante la sua iniziale condotta di rallentamento dalla quale, anzi, si desume che lo stesso dopo un iniziale tentennamento ha poi volontariamente e deliberatamente deciso di darsi alla fuga». Per il magistrato «la notevole quantità di sostanza induce a ritenere del tutto pacifica anche la finalità di spaccio della detenzione di che trattasi». Inoltre scrive: «È fuor di dubbio che la condotta materialmente posta in essere dal Torcasio quale conducente del veicolo integra gli estremi del delitto di resistenza a pubblico ufficiale, tenuto conto delle specifiche modalità attuative della fuga in contestazione». Per il giudice Borelli «sussiste altresì il concorso morale del Tropea rispetto alla condotta materialmente eseguita dal Torcasio, avendo egli certamente contribuito a rafforzare il proposito criminoso di quest’ultimo, addirittura istigandolo ».