Agisce indisturbata all’ombra della grande criminalità organizzata, cresce e prolifera in ogni piccolo o grande centro del Vibonese. È la cosiddetta “delinquenza comune”, le cui azioni vengono molto spesso sottovalutate e nella maggior parte dei casi restano impunite. In azione vere e proprie bande formate da insospettabili o da giovani che preparano il loro “curriculum” criminale per poi essere ammessi a pieno titolo nella schiera degli scagnozzi che fiancheggiano capi e gregari delle cosche dominanti. Sono di questi giorni una serie di furti con scasso messi a segno nelle abitazioni di periferia e, soprattutto, nelle masserie. Ad agire bande armate di spranghe, palanchini, ganci, chiavi universali e dotati di ogni mezzo. Squadracce capaci di devastare qualsiasi cosa pur di raggiungere i loro obiettivi. Cosa cercano? Nelle abitazioni la caccia è soprattutto al denaro e all’oro anche se hanno dato prova di non disdegnare altri oggetti di valore come computer e apparecchi tecnologici facilmente riciclabili sul mercato. Nelle masserie, invece, sono gli attrezzi a agricoli ad andare di moda. Le denunce alle stazioni dei carabinieri negli ultimi tempi sono state decine, ma sulla base di quanto emerge, sono ancora più numerosi i soggetti che preferiscono non rendere noto il furto subito. Paura? Rassegnazione? O, addirittura, sfiducia? Difficile poter dare una risposta ma non sarebbe del tutto infondata la tesi in base alla quale, alla luce degli scarsi risultati ottenuti dalle forze dell’ordine nella lotta ai furti e al riciclaggio, le vittime potrebbero arrivare a rivolgersi al boss del luogo per aprire una “fidejussione” sulla propria abitazione o su eventuali attività, agricole e imprenditoriali. È solo di pochi giorni fa il colpo che i carabinieri hanno assestato contro una banda che operava nel campo dei furti d’auto. Un’attività portata a termine con impegno e determinazione fino ad arrivare a mettere le mani sui tre presunti autori di furti d’auto. I carabinieri ne hanno elencato dodici, ma c’è il sospetto che gli stessi avrebbero agito anche in tante atre situazioni. In ogni caso l’operazione denominata “Lupin” è stata accolta con soddisfazione non solo dagli inquirenti ma anche da tante gente che in passato s’è vista sottrarre la propria autovettura, subendo in tal senso un grave e pesante danno economico anche per via della crisi che in questo momento investe il paese. Tutto questo, però, non può bastare per combattere un fenomeno che investe l’intero territorio. Il dilagare dei furti sta suscitando molta apprensione a Sant’Onofrio e nelle zone di Gerocarne. In entrambi i casi abitazioni di periferia e vecchie masserie sono state completamente svaligiate; dove i malviventi non hanno trovato nulla di interessante hanno provveduto a distruggere come barbari tutto quello si presentava davanti ai loro occhi. Una situazione allarmante di fronte alla quale non sono pochi ad invocare una maggiore stretta attraverso controlli minuziosi sul territorio. La mancanza di risposte potrebbe continuare a ingenerare ulteriore sfiducia tra quanti vorrebbero poter reagire e invece continuano a tacere per il semplice fatto che «.... tanto è tutto inutile».