Sembra segnata la sorte della Fondazione Tommaso Campanella, centro oncologico per la cura e la ricerca sui tumori. Gli ultimi tentativi per evitare la chiusura dovranno consumarsi in queste ore e non è detto che servano a qualcosa. Oggi una delegazione di lavoratori e dirigenti della struttura di Germaneto andrà in Municipio per sensibilizzare alla vertenza l’A m m i n i s t r a z i one comunale e il sindaco Sergio Abramo, che peraltro stamane ha anche in programma un incontro con il direttore generale del dipartimento regionale alla Salute, Antonino Orlando, sulle emergenze (anche come reparto!) dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio. Sono davvero minime le speranze di sopravvivenza della Fondazione dopo la lettera inviata dal presidente del consiglio d’amministrazione della Fondazione, prof. Paolo Falzea, e dal direttore generale dell’ente, Baldo Esposito, ai due soci pubblici del polo oncologico (Regione e Università), nella quale si fa presente che nel giro di dieci giorni (ormai in parte trascorsi) la struttura potrebbe trovarsi nelle condizioni di dover essere sciolta con conseguente nomina di un commissario liquidatore. Significativo, sul punto, il silenzio “eloquente” della politica e delle istituzioni, salvo qualche voce isolata. Segno che ormai c’è ben poco da fare anche perché, stando a voci autorevoli, il “s a l v ataggio” del personale della Campanella, assunto a suo tempo con modalità privatistiche, creerebbe un precedente “pericoloso” in un momento in cui i casi di perdita di lavoro si moltiplicano su tutti i fronti e l’allarme sociale è altissimo. Nonostante l’approvazione di una legge regionale, la 63, che dispone la rivisitazione giuridica della Campanella e la possibilità della stipula di convenzioni tra Fondazione e azienda ospedaliera Mater Domini per l’utilizzo presso quest’ultima del personale del polo oncologico, la situazione è precipitata e si avvia a un epilogo che sembra ormai inevitabile. Il consiglio d’a m m i n i s t r azione della Fondazione ha riscontrato un parere negativo da parte di uno dei revisori dei conti dell’ente oncologico in merito all’opportunità di continuare ad erogare prestazioni visto che in mancanza dell’i ntesa tra Università e Regione e soprattutto in assenza del budget regionale per il 2013 la Campanella non può procedere all’acquisto né di materiali né di farmaci. Di questo significativo parere si parla nella nota indirizzata da Falzea ed Esposito al Governatore Scopelliti e al Rettore dell’Ateneo Quattrone. Viene anche ipotizzata la necessità che il prefetto debba decidere la nomina del commissario liquidatore. Un passo che è l’anticamera della procedura fallimentare. Ma proprio l’impossibilità da parte della struttura di procedere all’acquisto del materiale indispensabile alla prosecuzione della propria attività assistenziale e di ricerca crea i presupposti per la chiusura dell’ente e lo scioglimento della Fondazione. Il Polo Oncologico, che ha già bloccato i ricoveri esterni, perderebbe ogni credibilità se non potesse erogare i livelli minimi di assistenza per carenza di mezzi. Si profila a questo punto il problema di trasferire altrove i pazienti attualmente ricoverati nella struttura; una questione non da poco a fronte della carenza di posti letto in tutta la regione a seguito del riassetto della rete ospedaliera in atto. Molto amareggiato il rettore prof. Aldo Quattrone: «Dopo tanti mesi di battaglie alla fine non si muove nulla, siano nelle sabbie mobili e la situazione è davvero precipitata». Uno degli aspetti più significativi rispetto alle contraddizioni che da sempre accompagnano la storia della Campanella è la sua attuale natura di Fondazione di diritto privato (sancita inequivocabilmente dalla recente legge regionale 63) e al tempo stesso di ente no profit che dipende in tutto e per tutto dalle risorse finanziarie messe a disposizione dai soci pubblici. Condizione che la pone in una situazione sicuramente svantaggiata.