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Il rettore: non
potevo firmare una
cambiale in bianco

 Forse un filino esagerato chiamarla notte dei lunghi coltelli, ma di certo qualcuno è stato più che “punzecchiato” nell’agguerrita trattativa sul futuro della Fondazione Campanella che si è consumata, tra martedì e ieri, fino alle due di notte nella sede del dipartimento regionale alla Salute in via Buccarelli. Tant’è che ieri non è passata inosservata l’assenza, alla conferenza stampa convocata alle 13 dal rettore Aldo Quattrone, del direttore generale Baldo Esposito. Assenza sicuramente dovuta a motivi istituzionali, visto che il dg riveste anche l’onerosa carica di vicesindaco della città, ma comunque notata da chi sapeva delle severe critiche mosse poche ore prima al management della Campanella dal Governatore Scopelliti. Che ha parlato pubblicamente di «vertici da azzerare» e in separata sede (cioè nel tavolo-fiume con Luciano Pezzi, Sergio Abramo, Aldo Quattrone Paolo Falzea, Nazareno Salerno ed altri) non ha nascosto la delusione nei confronti di chi aveva dispostoappunto Esposito e il presidente Falzeail blocco dei nuovi ricoveri al polo oncologico, misura ritenuta inutilmente allarmistica. Mache la notte sia stata difficile e ad alto tasso “dialettico”, lo si leggeva bene sul viso del rettore Quattrone durante l’incontro di ieri con la stampa, che ha indetto per chiarire la ratio della sua “crociata” a sostegno della Fondazione e dell’Università che, ha detto, «difenderò finchè avrò vita». Con lui, il presidente del cda Paolo Falzea e la direttrice sanitaria Patrizia Doldo. Stanco ma battagliero e fermo sulle sue posizioni, il numero uno della Magna Græcia, reduce da più di un battibecco notturno con il Governatore, ha spiegato perché non ha voluto firmare l’atto di intesa Università-Regione che gli è stato proposto fino a tardissima ora per definire le modalità di trasferimento dei 43 posti letto non oncologici della Fondazione all’Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini: «Non potevo firmare una cambiale in bianco. Come sottoscrivere un atto che non prevede la copertura finanziaria per i posti letto che dovranno gravare d’ora in poi sulla Mater Domini, azienda peraltro in forte perdita? La somma da erogare sarà valutata con atti successivi, mi è stato detto, perché la Regione non ha ancora contezza dei costi necessari ad attivare le 14 unità operative che dovranno passare al Policlinico. Ma io non potevo firmare al buio. Comunque si è convenutoha annunciatodi nominare una commissione tecnica paritetica Università-Regione per la valutazione dei costi necessari alla Mater Domini per sostenere l’onere dei nuovi posti letto». Da quanto è emerso, Scopelliti ha molto insistito perché l’intesa venisse stipulata ma Quattrone non ha ritenuto di avere adeguate garanzie. «Non vogliamo elemosinare nulla», ha rimarcato. Continua lo stallo dunque, anche se un passo avanti è stato fatto: «Lunedì in Consiglio regionale sarà portata una “leggina”, un comma che modifica la legge regionale 63 per legittimare la continuità dell’attività della Fondazione e la necessaria copertura finanziaria. Ma al momento non abbiamo sbloccato i ricoveri né siamo in grado di farlo». Cruciale il problema del personale «che è in agitazionericorda Quattronee difende il posto di lavoro perché essendo stato assunto senza concorso non può essere trasferito in un’Azienda pubblica o altro ospedale ma utilizzato solo in una struttura privata, in forza di una sentenza della Corte costituzionale. Noirimarcaabbiamo proposto una soluzione dignitosa: la stipula di una convenzione che manterrebbe i lavoratori in capo alla Campanella mentre la Mater Domini li utilizzerebbe pagandoli per le prestazioni effettuate ». Ma in gioco c’è anche la sopravvivenza della facoltà di Medicina dell’Università, che si avvale della Fondazione per i percorsi formativi di studenti e specializzandi. Università che «a causa delle progressive riduzioni di posti letto alla Campanella e al policlinico Mater Domini e ai tagli alle scuole di specializzazione ridotte da 30 a 17, è stata depotenziata e rischia di soccombere». Ciò anche perché a Cosenza «dove la città è compatta a sostegno delle sue istituzioni », si stanno raccogliendo firme per attivare la seconda facoltà di Medicina calabrese. La pretesa di Cosenza comunque «è irrealizzabile perché il Ministro sta per emanare un decreto, il 45, che impone alle Regioni di coordinare l’offerta formativa degli atenei e di evitare duplicazioni». Quanto all’impegno dei politici “nostrani”, Quattrone ha dato atto al sindaco Abramo di aver trascorso un’intera giornata e quasi tutta la notte insieme al fianco dei lavoratori della Fondazione. Amareggiato il prof. Falzea, che indirettamente ha replicato alle accuse di Scopelliti. «Paradossale far ricadere sui vertici della Fondazione la colpa di aver determinato il blocco dei ricoveri, dovuto invece alla carenza di risorse e alla mancata attuazione della Legge 63. Siamo stati incolpati di aver seguito le doverose indicazioni dei revisori dei conti sulla impossibilità di continuare a fare debiti. Del resto anche oggi abbiamo ricevuto due decreti ingiuntivi. In verità dalla Regione mi sarei aspettato tutt’altro». Prima della conferenza stampa si era tenuta un’assemblea dei docenti dell’Ateneo, che hanno espresso solidarietà incondizionata al rettore Quattrone per la sua strenua difesa della Fondazione e dell’Università.

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