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Colpi di pistola
contro l’auto del
parroco di Scaliti

Un’inquietante intimidazione è stata compiuta nella tarda serata di sabato ai danni di don Giuseppe Lo Presti, 36 anni, parroco della frazione Scaliti di Filandari, nel Vibonese. Cinque colpi di pistola sono stati esplosi, in rapida successione, intorno alle 22,30, contro la Lancia Ypsilon di proprietà del sacerdote, parcheggiata in quel momento in via Garibaldi a pochi passi dalla casa canonica. Un messaggio sinistro dai toni plateali, firmato da uno o più persone che, dopo aver compiuto la loro “missione” senza essere notati da anima viva, si sono allontanati da via Garibaldi senza lasciare alcuna traccia. Il grave episodio è stato subito denunciato ai carabinieri della stazione di Filandari che stanno adesso indagando a tutto campo per cercare di individuare i responsabili e per tentare di dare una chiave di lettura all’ accadu - to. Di quanto è successo lo stesso parroco ha subito informato il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera- Tropea mons. Luigi Renzo. Don Giuseppe Lo Presti, originario di Coccorino di Joppolo, esercita il suo mandato pastorale nella piccola frazione da circa otto anni e mezzo e dalla comunità si è sempre fatto apprezzare per la sua affabilità. Nel dicembre 2010 è stato il parroco che ha officiato i funerali, che si sono svolti all’alba, delle cinque vittime della strage di Scaliti, una carneficina che ha segnato profondamente la vita dell’intera comunità di Filandari. Il giovane sacerdote, oltre ad esser parroco della parrocchia San Pietro di Scaliti, nominato a suo tempo dall’allora vescovo della diocesi di Mileto- Nicotera-Tropea, mons. Domenico Tarcisio Cortese, è anche alla guida dal 2004, anno della sua ordinazione sacerdotale, della vicina parrocchia di Moladi, frazione di Rombiolo. Don Giuseppe lo sentiamo mentre in macchina sta raggiungendo la parrocchia di Moladi per celebrare messa. «Non so proprio darmi una spiegazione – ci dice al telefono il sacerdote – per quanto è accaduto. Io ho sempre lavorato con grande impegno sia per la comunità di Scaliti che per quella di Moladi, con i fedeli ho sempre avuto un buon rapporto. Ovviamente questo episodio ha turbato il mio spirito, ma nello tesso tempo la mia serenità non è venuta meno. Adesso cercherò di capire come sia potuto succedere un fatto del genere».

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