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Filippo Ceravolo

 «Nel giorno del tuo ventesimo compleanno vibri più vivo nei nostri cuori, sei ancora in questi occhi, in ogni parola, in ogni respiro; benchè ti abbiano strappato via, come si strappa un tenero fiore da salde radici, ingiustamente, crudelmente, barbaramente. Nel nostro dolore, in questo giorno che avrebbe dovuto essere di festa, sei l'abbraccio eterno che non può più avvolgerti, nostro piccolo sole, nostra gioia, nostro infinito amore, nostro vuoto incolmabile. Sei ogni nostro battito, oggi, ieri e domani, sempre....buon compleanno Pippo. La tua mamma Anna, il tuo papà Martino, le tue sorelle Giusy e Maria Teresa e tutti i tuoi cari». Queste sono state le commoventi parole che la famiglia Ceravolo ha dedicato a Filippo, ucciso da mano ancora ignota il 25 ottobre dello scorso anno. Ieri il giovane sorianese avrebbe compiuto venti anni e sarebbe stato per Filippo un giorno di gioia, attorniato dall'affetto e dall'amore della sua famiglia. Purtroppo non è stato così. La vita del giovane è stata stroncata la sera del 25 ottobre, quando chiese un passaggio ad un conoscente per poter fare rientro a casa. Sono finiti lì tutti i suoi sogni e i suoi progetti per il futuro. Durante il tragitto Pizzoni-Soriano, Filippo è stato raggiunto da due scariche, partite da un fucile caricato a pallettoni. Il giovane è caduto riverso su se stesso e per lui non c'è stato niente da fare. È morto qualche ora dopo all'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia dopo che i medici hanno messo in atto un estremo tentativo per salvarlo. Ma uno dei risvolti più tragici dell'intera vicenda è stato il fatto che l'obbiettivo degli attentatori non avrebbe dovuto essere lui. Filippo evidentemente si trovava al posto sbagliato nel momento sbagliato. Soriano non lo dimentica, non dimentica il suo figlio morto ammazzato ingiustamente, vittima della violenza e della prepotenza umana. La cittadina, ieri, lo ha voluto ricordare nel giorno del suo compleanno. In sua memoria è stata organizzata la celebrazione di una messa all'interno della chiesa di San Domenico. Sono stati in tanti a partecipare e questo sta a dimostrare come il piccolo centro delle Serre non ci sta alla logica mafiosa e ha, quindi, voluto stringersi attorno alla famiglia nel ricordo, nel dolore e nella preghiera. La funzione è stata ufficiata da padre Remigio. Padre Remigio non ha mancato di ricordare Filippo come un giovane buono e molto legato alla sua famiglia e agli amici. Un onesto lavoratore che si alzava all'alba per aiutare suo padre durante i mercati. Ma la testimonianza sulla personalità e le passioni di Filippo la danno alcuni amici. «Era allegro e solare – affermano – e aveva una grande passione: il calcio. Giocava sempre a calcio. La sua squadra del cuore era la Juventus». Dopo la sua morte, infatti, numerose persone sono venute a conoscenza della vicenda e in diversi stadi sono comparsi striscioni che lo hanno ricordato. Nei campi di calcio locali è stato osservato, prima dell'inizio della partita, un minuto di silenzio in suo ricordo. Ieri nella piazza centrale anche la squadra della “sorianese” ha esposto uno striscione con la scritta “Filippo per sempre”.

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