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Edilizia sociale,
il pm scava nel
“doppio bando”

 Prima raffica di audizioni, in Procura, per chiarire il “giallo” dell’edilizia sociale. Entra pienamente nel vivo, dunque, l’inchiesta affidata al pm Domenico Guarascio, che ieri ha convocato una serie di persone informate sui fatti: attraverso le loro testimonianze il magistrato inquirente punta a ricostruire cosa sia esattamente successo e soprattutto perché la Regione ha annullato un primo bando con la graduatoria dei beneficiari dei finanziamenti già formulata e poco dopo ne ha pubblicato un altro. Fra gli altri, ieri sarebbe stato sentito in qualità di testimone anche Francesco Zoccali, direttore generale della Presidenza della Giunta regionale. Si è appreso comunque che tutti i testimoni hanno illustrato l’iter amministrativo del provvedimento ed in particolare le procedure che portarono al via libera al secondo bando da parte della Giunta Scopelliti annullando, di fatto, il precedente bando pubblicato dalla Giunta Loiero. L’inchiesta è stata innescata dalla denuncia del presidente di Confindustria Catanzaro, Giuseppe Gatto, che dopo essersi piazzato in posizione utile nel primo bando (costruzione di 120 alloggi, di cui 48 a Soverato ed i restanti a Catanzaro) ha deciso di non partecipare al secondo. E di avviare anche un durissimo contenzioso davanti ai giudici amministrativi, che nelle scorse settimane gli hanno dato ragione. Proprio l’ultima sentenza del Tar Calabria potrebbe aver dato nuova linfa anche all’indagine penale. Come primo atto i Carabinieri, ai quali sono state delegate le verifiche, hanno provveduto all’acquisizione di tutto l’incartamento presso il competente dipartimento regionale. Adesso si è passati alla convocazione di persone informate sui fatti. Al momento non figurano nomi iscritti nel registro degli indagati. Piena fase esplorativa per gli inquirenti, quindi, chiamati ad individuare eventuali ipotesi di reato. Già da qualche settimana l’attenzione si starebbero concentrando sulla relazione formulata da una commissione esterna, nominata dall’assessorato ai lavori pubblici, che ha evidenziando alcune criticità nell’iter del primo bando pubblicato nel 2009 dall’amministrazione regionale di centrosinistra. Nessuna illegittimità, secondo la commissione, ma comunque sarebbero state ravvisate problematiche che avrebbero potuto innescare ricorsi e soprattutto una presunta sperequazione territoriale a danno di Reggio Calabria e provincia: questioni che, secondo le conclusioni della relazione, avrebbero consigliato la revoca delle procedure già portate a termine e la pubblicazione di un nuovo bando da parte dell’appena subentrata amministrazione di centrodestra. Annunciando l’avvio del lavoro per la messa a punto del secondo bando, la decisione di annullare il primo fu motivata pubblicamente dal presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e dall’assessore Giuseppe Gentile con i tempi eccessivamente ristretti per la presentazione delle domande ed i numerosi ricorsi presentati sulla formazione delle graduatorie. La legge prevede contributi per l’acquisto della prima casa e la realizzazione di alloggi a canone sostenibile, destinati alle famiglie meno abbienti, alle giovani coppie, a pensionati a basso reddito e agli immigrati. Con il “doppio bando” sono stati stanziati ben 155 milioni di euro. Ma il recente verdetto del Tribunale amministrativo regionale, che ha accolto il ricorso di Giuseppe Gatto, ha creato una situazione giuridicamente complessa, avendo annullato la revoca del primo bando che tuttavia si sovrappone al secondo mai intaccato nella sua validità. Due graduatorie, quindi, per la stessa iniziativa, con soggetti diversi posizionati in maniera differente. E soprattutto con lo stesso “pozzo” da 155 milioni di euro nel quale attingere.

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