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Definitiva la confisca
dei beni di Mantella

Il decreto è dello scorso 4 aprile e sancisce l’irrevocabilità della confisca dei beni riconducibili ad Andrea Mantella, 41 anni, implicato nell’operazione New Sunrise (Nuova Alba) e condannato e indicato dagli inquirenti quale presunto boss emergente della città capoluogo. A distanza di tre anni dal sequestro, seguito dalla confisca, e dopo i vari gradi di giudizio la misura di prevenzione patrimoniale è divenuta definitiva. Lo scorso 4 aprile, infatti, la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto da Mantella (detenuto nel carcere di Cagliari) contro la confisca, pertanto la misura è ora da considerarsi irrevocabile. Provvedimento che, il 29 aprile, è stato inoltrato, dalla Corte d’Appello di Catanzaro, al Tribunale (Sezione misure di prevenzione), all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata di Reggio Calabria, alla Direzione nazionale antimafia di Roma, al prefetto Michele di Bari e all’amministratore giudiziario. In particolare i beni divenuti ora di proprietà dello Stato sono quelli sottoposti a sequestro il 16 marzo del 2010 nell’ambito dell’operazione denominata Dolly, condotta dalla Procura e dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. Lo stesso patrimonio (del valore complessivo di circa 4 milioni e 500mila euro) nel gennaio 2011 era stato sottoposto a confisca. Nello specifico la misura di prevenzione patrimoniale riguardava l’azienda agricola Mantella Andrea, con sede a Vibo, via Stefanaconi, nonché tutti i capi di bestiame presenti, risultati dai registri di stalla (65 bovini e numerosi caprini e ovini) e tutti i mezzi agricoli e attrezzature in uso all’azienda. Confiscati inoltre capannoni industriali destinati a stalle e ricovero di animali; due un’unità immobiliari composte ciascuna da quattro corpi di fabbrica (per una estensione complessiva pari a 2mila e 100 metri quadrati); una villa residenziale realizzata abusivamente, in fase di completamento con annesso terreno agricolo (700 metri quadrati); tre conti corrente bancari e due autovetture, di cui una di gran lusso (Bmw X5). Tre anni fa a fare scattare il sequestro preventivo, seguito poi dalla confisca, erano state le indagini patrimoniali condotte dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Gdf – coordinati dal tenente colonnello Michele Di Nunno – dalle quali era emerso che Andrea Mantella, all’epoca sottoposto alla misura di prevenzione con obbligo di soggiorno, era praticamente sconosciuto al fisco. Nel periodo (diversi anni) oggetto di indagini, infatti, Mantella aveva denunciato al fisco redditi di impresa pari a zero, cioè negativi per tutte le annualità, tranne che per il 2007. Redditi che, secondo quanto emerso dall’inchiesta sfociata nel sequestro e successivamente nella confisca, non avrebbero giustificato il tenore di vita di Mantella, né la serie di investimenti che allo stesso avrebbero consentito di costituire un patrimonio immobiliare definito dagli inquirenti «di grande valore » e la cui genesi sarebbe stata «intrinsecamente caratterizzata dall’illecito»

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