Sei indagati su nove hanno chiesto al gup di essere processati con il rito abbreviato. Richiesta sulla quale il giudice si è riservato di decidere. Falso e peculato in concorso i reati, a vario titolo, ipotizzati nei confronti degli indagati tutti coinvolti – in base alle funzioni e al ruolo ricoperto – nella vicenda dell’ammanco alla Provincia (con la sottrazione attraverso falsi mandati di 1 milione 281mila 595 euro) e per i quali un mese fa il gip, su richiesta della Procura, ha emesso un decreto di giudizio immediato. Provvedimento che, nello specifico riguarda Mirella Currò, 41 anni di Ionadi, principale indagata, ex dipendente dell’Ente e il marito Baldassarre Bruzzano, di 45 anni. Entrambi (difesi dagli avvocati Guido Contestabile e Giuseppe Di Renzo) nei mesi scorsi sono stati raggiunti da un ordine di custodia cautelare (in carcere per la Currò che ora si trova ai domiciliari, regime quest’ultimo inizialmente applicato anche al marito) e successivamente da un decreto di sequestro beni. Sia la Currò che Bruzzano hanno chiesto d’essere processati con il rito abbreviato.
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