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Il modello Formentera
da applicare alle spiagge

«Senza un Piano turistico integrato e concertato tra le parti questo territorio non vivrà mai lo sviluppo invocato da anni». ne è più che convinto Enzo Fantasia, da ventisette anni titolare del lido balneare “Les Palmes” e presidente provinciale del Sindacato lidi balneari, che associa 80 operatori locali del settore, 22 dei quali attivi sulla sola costa crotonese. Con l’avvio della stagione estiva imprenditori e operatori turistici guardano con apprensione ai prossimi mesi e all’affluenza dei clienti, fattore indispensabile per fare quadrare i conti rispetto agli investimenti economici sostenuti con non pochi sacrifici. Prezzi scontati e servizi gratuiti inclusi però sono rimedi che appaiono ormai inefficaci soprattutto per i gestori dei lidi balneari crotonesi, che da tempo invocano una vera e propria riforma del Piano Spiagge adottato dall’amministrazione comunale e che regola le concessioni delle aree demaniali al fine turistico. Le concessioni a breve e lungo termine rilasciate ad oggi sono 36 su tutta la costa, ma come spiega Enzo Fantasia, si tratterebbe di uno strumento obsoleto e inefficace per fare impresa. A ciò si aggiunge il fatto che soprattutto lungo la fascia nord della costa il Piano non è stato ancora completato, e dunque ai gestori degli stabilimenti esistenti in quella zona non è consentito implementare i servizi e al fine turistico. «Troppi intoppi, lungaggini burocratiche e vincoli – lamenta Enzo Fantasia – se da una parte bloccano i piccoli imprenditori, dall’altra stanno portando ad una cementificazione selvaggia della costa, senza nessun vantaggio per l’economia e il turismo locale». E aggiunge: «In questo modo appare chiaro che senza la revisione di questo strumento urbanistico non si possono fare investimenti e non si possono creare nuovi posti di lavoro». Il presidente del Sindacato lidi balneari osserva: «Ogni anno in questo periodo ci ritroviamo a sperare che la nuova stagione estiva vada meglio rispetto a quella precedente, ma il vero problema è che non abbiamo veri e propri indicatori, perché quello locale non è più turismo ma approssimazione, soprattutto a causa della mancanza di una vera e propria pianificazione strategica».

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