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Ryanair ci provoca
debiti, eliminiamola

 «Il problema è solo politico, non gestionale». Giuseppe Gatto imprenditore catanzarese di Confindustria sa bene come funziona una società mista come la Sacal, sempre in preda al dilemma se comportarsi da società per azioni o seguire gli alti e bassi della politica. La Sacal che gestisce l’aeroporto lametino sta vivendo in pieno questo dilemma, e lunedì prossimo il consiglio d’amministrazione di cui fa parte lo stesso Gatto è chiamato ad approvare il secondo bilancio in perdita consecutivo. Un altro consigliere d’amministrazione come Francesco Grandinetti, imprenditore lametino prestato alla politica, la pensa come Gatto. E tutti e due non hanno dubbi: «Se si eliminasse Ryanair da Lamezia i conti della Sacal sarebbero un milione di euro in attivo, e non in passivo come adesso». Così, mentre la compagnia low cost irlandese sotto la pressione della Regione dirotta voli su Reggio e Crotone per salvarli dalla chiusura, nello scalo lametino rischia di andare via perchè provoca debiti alla Sacal. Che tre anni fa aveva firmato il contratto “Calabria in volo”: Sacal s’impegnava in tutti i servizi a terra, Ryanair provvedeva ai voli, la Regione pagava circa 3 milioni di euro. Qualcosa è andato storto, perchè la compagnia irlandese ha effettuato tanti voli portando 700 mila passeggeri ogni anno, ma la Regione ha pagato il dovuto per un solo anno ed in forte ritardo. A rimetterci è stata Sacal che s’è dovuta sobbarcare il pagamento degli altri due anni ricorrendo al proprio fondo di gestione. Così come dovrà fare anche adesso. «Tagliamo Ryanair e diminuiamo i costi», è la proposta che Grandinetti farà in assemblea fra quattro giorni, «perchè se continuiamo con la logica della politica perderemo ogni anno da 1 a 2 milioni di euro, e non ce lo possiamo permettere ». Il consigliere indica questa soluzione drastica a una condizione: «Se la Regione non pagherà il dovuto alla firma di un nuovo contratto».

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