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Video e intercettazioni
inchiodano gli indagati

Per la maggior parte degli indagati finiti nell’operazione “Old Home”, che ha portato all’emissione di ben 12 provvedimenti, il sostituto procuratore Rossana Esposito aveva chiesto per 7 di loro la misura della custodia cautelale in carcere. Un provvedimento più restrittivo rispetto a quello emesso dal giudice delle indagini preliminari Carlo Fontanazza, in particolare per Francesco Carrozza, 20 anni, Giuseppe Carrozza, 25 anni, Vincenzo Ruberto, 28 anni, Giuseppe Coccimiglio, 22 anni, Marco Mereu, 19 anni, Cristian Torcasio, 22 anni, Francesco Miletta, 19 anni. Mentre per Bruno Cuda, 21 anni, Davide Rocca, 19 anni, e Charaf Byaz, 24 anni, aveva chiesto gli arresti domiciliari e per Mohamed Hajji, 21 anni, e Ornella Cardamone, 19 anni, la misura dell’obbligo di dimora. Sulla base delle decisioni del gip invece tre di loro sono stati posti agli arresti domiciliari e a 9 è stato imposto l’obbligo di dimora. Gli interrogatori di garanzia dei 12 indagati inizieranno domani con l’audizione dei 3 giovani posti agli arresti domiciliari e proseguiranno con gli atri indagati ai quali è stato imposto l’obbligo di dimora. Il quadro indiziario nei confronti degli indagati sembra chiaro e consolidato, anche da ben 63 immagini che riprendono gli indagati mentre spacciano e consumano droga, immagini che sono state allegate al fascicolo del pubblico ministero e che sono parte integrante dell’ordinanza emessa dal gip. Ma ad inchiodare gli indicati sono anche una serie di intercettazioni telefoniche che «a volte sono verificate dalla contemporanea ripresa dell’attività di cessione». Ed il giudice delle indagini preliminari definisce la richiesta del pubblico ministero «completa ed esaustiva, nonché analiticamente riferita alle singole imputazioni, con riguardo ai fatti contestati ed alle fonti di prova».

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