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Ecco come funzionava
la holding Giampà

«Era una struttura aperta all'intera Lamezia. Questo non significa che tutti i lametini commettevano reati col clan. Ma c'era una parte della città che pur senza svolgere attività criminali, approfittava ampiamente delle opportunità di guadagno messe a disposizione ». L’analisi di Giuseppe Borrelli è feroce sullo spaccato di ‘ndrangheta lametina, in cui convergono diverse rappresentanze della cosiddetta “s ocietà civile”. Il viceprocuratore antimafia parla di «una struttura al servizio della città», un vero e proprio sportello aperto al cittadino, sia quello potente e facoltoso sia quello debole e al verde. Questa era la cosca Giampà decimata dalle operazioni della Dda catanzarese dal giugno dello scorso anno fino a ieri. Per la prima volta in un’i nchiesta di mafia in città compare la zona grigia, che non era mai emersa neanche quando venne sciolto per due volte il consiglio comunale per puzza di ‘ndrangheta nel 1991 e nel 2002. Ne parla Borrelli: «A Lamezia la zona grigia in realtà non è un'area esclusivamente qualificata, cioè fatta da avvocati, imprenditori, politici, ma prescinde dalla qualificazione professionale. Abbiamo accertato un rapporto di vicinanza tra la parte non criminale della città e quella criminale, cosa assolutamente anomala». Continua il magistrato: «Fermo restando che questo non significa identificare la popolazione di una città con la 'ndrangheta, perchè per fortuna di tutti, la gran parte dei lametini sono persone perbene e con i clan non vogliono avere nulla a che fare».

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