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L’ombra degli
Arena sull’eolico,
sequestro-bis

  Sequestro-bis per il parco eolico Wind Farm di Isola Capo Rizzuto, ritenuto uno dei più grandi d’Europa. Ieri, infatti, I finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia tributaria di Catanzaro, in esecuzione di quattro ordinanze emesse dal Tribunale del Riesame del capoluogo, hanno nuovamente apposto i sigilli alle 48 pale eoliche ed alle strutture accessorie, ma anche a tre società (Vent1 Capo Rizzuto srl, Purena srl e Veda snc) già sottoposte a sequestro preventivo nel mese di luglio dello scorso anno in esecuzione di un decreto cautelare all’epoca emesso, in via d’urgenza, dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro. Secondo l’accusa, i beni in questione sarebbero riconducibili alla cosca Arena. Il precedente sequestro era stato annullato dal gip presso il Tribunale di Catanzaro dopo il riesame della posizione di alcune delle persone coinvolte nella vicenda, tra cui Pasquale Arena, 50 anni, nipote del boss Nicola Arena, 76 anni. Contro la decisione del gip la Dda ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame, che ha a sua volta annullato l’ordinanza di dissequestro emettendo quattro nuove ordinanze a carico di: Nicola Arena, 49 anni, nella qualità di amministratore delegato della Purena; Massimiliano Gobbi, amministratore della Seas srl; Martin Josef Frick, amministratore della Vent1 Capo Rizzuto srl; Roberto Gobbi, padre di Massimiliano.

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