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Il delitto Amendola fu
un omicidio “preventivo”

Tra i vari fascicoli che compongono il complesso e articolato procedimento giudiziario “Perseo”, che si è tradotto il 26 luglio scorso con l’arresto di ben 65 persone, c’è anche l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di Maurizio Molinaro e Vincenzo Bonaddio che, secondo l’accusa, sarebbero coinvolti nell’omicidio di Roberto Amendola, ucciso e poi bruciato nella sua auto la sera del 13 novembre del 2008. Per questo omicidio è in corso, davanti alla Corte di Assise di Appello di Catanzaro, il processo a carico di Aldo Notarianni, ritenuto il killer e condannato all’ergastolo, in primo grado, il 21 giugno dello scorso anno dalla Corte d’Assise di Catanzaro. Notarianni che nella prima udienza del processo ha ammesso le sue responsabilità, confessando di essere stato lui l’esecutore materiale di quel feroce delitto. All’ergastolo è stato condannato anche Domenico Giampà mentre Aurelio Notarianni, fratello di Aldo, in primo grado è stato assolto. 

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