Sembrava che dormisse. Si trattava, invece, di un sonno dal quale non si risveglierà mai più. Una scena orribile quella che si è presentata alla nostra visione. Eravamo arrivati in quell’angolo di terra sollecitati e guidati da un amico altrettanto disturbato, poco prima, per quella scena orribile. Un “amico” dell’uomo, piccolo, ci è sembrato un cucciolo, di colore marrone, era stato legato con una catena ad un tronco di albero di olivo, come un novello “giuda”. Era stato legato e lasciato sotto il sole cocente di questi giorni senza acqua e senza cibo. Era stato assicurato con una grossa catena fissata a quell’albero proprio per farlo morire a dimostrazione che l’autore della nefandezza non ha alcun senso di pietà, di sensibilità. È stato legato per farlo morire, per vederlo morire. Magari il “boia” sarà anche tornato sulla scena del “delitto”. La terribile scena si trova ai confini di tre comuni limitrofi: Soverato Superiore, Petrizzi e Satriano. Percorrendo la statale 182 a meno di cinquecento metri dal bivio Turriti di Satriano e proseguendo verso Chiaravalle Centrale, proprio là dove si confondono i confini dei tre Comuni in una ampia distesa alberata sulla sinistra è stato allestito e consumato il macabro rito di eliminare un innocuo cagnolino. Di chi è la colpa?