La cosca Giampà s’è infoltita sempre di più. Allargando il nucleo originario composto da 26 famiglie, legate dagli affari ma soprattutto da vincoli di parentela, matrimoni, adozioni e affinità. Oggi al clan sono affiliate oltre duecento persone tra capi e gregari, più della metà sono finite in carcere nelle operazioni “Medusa”e“Per - seo”, altre restano libere. Tra i nuovi presunti affiliati c’è Emiliano Fozza che nel 2005 abbandona la ditta nel Vibonese dove lavorava per entrare nel gotha della criminalità organizzata cittadina. Diventando, si legge negli atti giudiziari, «l’autista, l’uomo di fiducia e tuttofare di Giuseppe Giampà, suo braccio “sinistro”, attivo nel settore del traffico di droga come corriere, nel settore delle estorsioni per conto della cosca e del boss in particolare, anche in campo prettamente commerciale, mediante l’imposizione di forniture di prodotti alimentari ai vari esercizi commerciali del Lametino al posto di quelli tradizionalmente acquistati in precedenza, di qualità inferiore e a prezzi non competitivi». Per gli investigatori della Mobile catanzarese «Fozza era anche dedito alla penetrazione sul mercato mediante acquisizione di attività economiche in nome e per conto della cosca, provvedendo inoltre con funzioni di corriere al trasporto d’armi ed al traffico di sostanze stupefacenti, oltre a fungere da basista in occasione di alcune rapine; attivo nel sostentamento in carcere dei detenuti affiliati alla cosca e nel reperimento dei fondi necessari per l’assistenza legale di Giuseppe Giampà». Una “carriera” brillante e rapida nel clan quella di Fozza, che sabato prossimo compirà 44 anni in carcere dov’è rinchiuso da circa un mese.
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